di Giuseppe Scarpa
La Repubblica, 8 febbraio 2023
L’inchiesta non è più a modello 45, ma è stato iscritto un reato ma a carico di ignoti. Meloni: “Non c’è bisogno dimissioni. Stato non scende patti con mafia o anarchici”. Rivelazione e utilizzazione del segreto d’ufficio. La procura apre un fascicolo sul caso del sottosegretario alla giustizia Andrea Delmastro e del vicepresidente del Copasir Giovanni Donzelli.
L’inchiesta non è più a modello 45, ma è stato iscritto un reato. La rivelazione appunto, ma a carico di ignoti. La vicenda è quella in cui è protagonista Donzelli. Il deputato di Fratelli d’Italia alcuni giorni fa è intervenuto alla Camera sul caso dell’anarchico Alfredo Cospito. Il parlamentare ha definito l’anarchico “influencer del 41 bis” e ha accusato la sinistra di “stare con i terroristi” riferendosi alla visita del 12 gennaio di quattro deputati dem a Cospito e l’atteggiamento del partito di minor fermezza dinnanzi alla conferma del 41 bis. Il deputato nell’attaccare la sinistra ha citato colloqui in carcere avvenuti tra Cospito e boss della mafia. Le prove di questi colloqui secondo il Pd sarebbero in alcune intercettazioni trascritte in documenti riservati e non a disposizione dei parlamentari. Per questo il Partito Democratico ha chiesto le dimissioni di Donzelli.
Meloni, non c’è bisogno dimissioni - “Non penso ci sia bisogno delle dimissioni” degli esponenti di Fratelli d’Italia Donzelli e Delmastro”, ha detto la premier Giorgia Meloni a margine della riunione di oggi in Prefettura a Milano. “La procura fa il suo lavoro - aggiunge - e il ministero della Giustizia ha più volte detto che non erano documenti coperti da segreto. E mi pare che queste informazioni sensibili fossero già presenti suoi quotidiani”. Motivo per cui “non ho ragione di dire che ciò che sta sulla stampa non possa andare in Parlamento”. “Lo Stato non può scendere a patti con chi lo minaccia, questo vale per la mafia ieri e per gli anarchici oggi” ha aggiunto Meloni.
Capo Dap sentito in Procura Roma su parole Donzelli - Primi testi ascoltati in procura a Roma a seguito dell’esposto presentato da Bonelli. Nei giorni scorsi sono stati ascoltati, come persone informate sui fatti, il capo del Dap, Giovanni Russo, l’ex direttore del Gruppo operativo mobile (Gom) della penitenziaria, Mauro D’Amico e l’attuale capo, Augusto Zaccariello.