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di Simone Arminio

La Nazione, 20 luglio 2025

Paolo Sisto, il vicario di Nordio: sulla riforma noto un certo nervosismo, eppure è una rivoluzione democratica. Il ricorso per saltum sull’assoluzione di Salvini e il caso Open Arms? “È un esempio di testardaggine processuale, pur nella regolarità del gesto tecnico - chiarisce Francesco Paolo Sisto, viceministro della Giustizia, senatore di Forza Italia e avvocato di lungo corso -. Come corretta e ben scritta continuo a pensare sia la sentenza di assoluzione in primo grado nei confronti di Matteo Salvini”.

Senatore, come andrà a finire?

“Sarà la Cassazione a dire la sua, non posso certo entrare nel merito del processo. Va detto che il ricorso ‘per saltum’ è nel tessuto connettivo del rito penale, anche se indubbiamente non frequentemente praticato”.

Era lecito farlo?

“La scelta di impugnare o no una sentenza è nella piena facoltà delle parti: chiedere il controllo della correttezza della decisione di un giudice è il presupposto che legittima i tre gradi di giudizio”.

Dia il suo parere da avvocato...

“Sarebbe impossibile, ed imprudente, senza una approfondita conoscenza degli atti. Se quello che si legge fosse vero, mi limito dall’esterno a segnalare che una decisione del giudice civile, anche se vi fosse assoluta identità di fattispecie, non ha il potere di condizionare una decisione penale, per espressa previsione normativa. Ma sarà la Cassazione a dire la sua”.

Lei che idea si era fatto sul processo Open Arms?

“Credo che la sentenza del tribunale dei ministri su Salvini sia assolutamente convincente ed equilibrata sia sul profilo del fatto che su quello del diritto, frutto del gran lavoro di Giulia Bongiorno. E d’altronde è davvero difficile pensare, anche sul piano logico, che il comportamento di un ministro possa essere autonomamente ritenuto illecito indipendentemente dalle scelte del Governo. C’è una naturale corresponsabilità con il presidente del Consiglio. Che in quel caso, ricordo, era Conte”.

Secondo la Lega la procura di Palermo “cerca vendetta”. Secondo la premier Meloni su Salvini c’è un “accanimento surreale”...

“Fermo il diritto di impugnare una sentenza, in questo caso, visto l’andamento del processo e la qualità della sentenza di assoluzione, il rischio che si tratti di un incaponimento della pubblica accusa indubbiamente c’è”.

Crede abbia a che fare con la riforma Nordio, in aula martedì?

“Certa magistratura, quella più legata alle logiche correntizie, mostra un indubbio nervosismo. Lo si legge in certe reazioni eccessivamente aggressive nei confronti di una riforma che, chiariamo, non è più del governo, ma del Parlamento. Sorretta da numeri, voglio sottolinearlo, che non sono più solo quelli della maggioranza”.

State cambiando la Costituzione...

“E dov’è l’eresia? Meuccio Ruini, in conclusione dei lavori della Costituente, disse che la nostra Costituzione sarebbe stata eterna proprio perché prevede di potere essere cambiata. E la cambieranno gli italiani, votando nel Referendum che seguirà i percorsi parlamentari, con l’esercizio rassicurante della democrazia diretta. Non è la prima volta e non sarà certo l’ultima. Senza dimenticare quanto siano illustri i padri della separazione delle carriere: da Matteotti a Calamandrei, Terracini, Chiaromonte, lo stesso Moro, fino a Falcone e molti altri. Noi di Forza Italia siamo figli di questi ideali”.

Ma riuscirete a portarla a casa?

“Credo, da sempre, forte degli input di Silvio Berlusconi ed oggi di Antonio Tajani, negli obiettivi che ci siamo posti. Questa riforma aggiunge democrazia e punta a restituire fiducia al cittadino nei confronti della giustizia, assicurando sempre la possibilità di avere un giudice terzo e imparziale, distante e diverso da chi difende come da chi accusa. E credo che anche molti magistrati, nel segreto dell’urna, condivideranno, oltre a questa naturale differenziazione, l’introduzione del sorteggio per i togati del Csm. Questo sarà il presupposto per garantire a ciascuno di loro la libertà di non dipendere più dalle correnti interne alla magistratura, ieri e oggi necessarie per potere fare carriera”.

Torniamo a oggi. Che idea si è fatto del caso Sala?

“Noi di Forza Italia siamo da sempre e indiscutibilmente garantisti. Una informazione di garanzia, per Costituzione, non consente di chiamare colpevole nessuno. La regola vale anche per tutti, Sala compreso. Nel caso specifico, semmai, Il rischio che vedo è che si voglia far inammissibilmente rivivere una norma abrogata, come l’abuso d’ufficio, trasformandola in una fattispecie ben più grave come la corruzione. Questo sarebbe gravissimo”.

Ma è tornata Tangentopoli?

“Da Tangentopoli abbiamo, ahimè, imparato molto, è stata una rivoluzione politica a mezzo indagini giudiziarie cruente. Un fenomeno che credo, nell’interesse di tutti, non si possa e non si debba più ripetere. E meno che mai abbiamo bisogno di nuovi pm protagonisti, che magari approfittino della loro funzione per acquisire popolarità e legittimazione a carriere diverse, come tanti ne abbiamo visti dopo Tangentopoli”.

Come crede che si concluderà invece la vicenda Almasri?

“Sull’operato del ministro Nordio è in corso un’inchiesta del tribunale dei Ministri, che va rispettata con la cautela nei giudizi. Detto ciò, ritengo che quanto da lui sostenuto abbia una linearità sia giuridica che fattuale. Ai tanti opinionisti che si lanciano in ricostruzioni spericolate, senza peraltro conoscere gli atti del procedimento, suggerirei più garbo e pazienza”.