sito

storico

Archivio storico

                   5permille

   

gnewsonline.it, 21 giugno 2023

“Le pene devono tendere alla rieducazione del carcerato”, recita l’articolo 27 della Costituzione. Questo è il principio ispiratore del progetto Koiné che ha aperto le porte delle cancellerie del Tribunale di Catania a due persone detenute nel carcere di Piazza Lanza, ammesse al lavoro esterno.

Il presidente del tribunale, Francesco Saverio Mannino, durante la presentazione dell’iniziativa, che si è tenuta presso il Palazzo di giustizia catanese, nel corso della conferenza dal titolo “Presidio della giustizia di comunità della Sicilia orientale”, ha puntato l’attenzione proprio sul principio costituzionale che questo progetto “vuole rendere efficace e concreto”. L’esperienza, ha proseguito Mannino, “mira a dare una veste di umanità alla collaborazione che si è instaurata tra i detenuti ammessi al lavoro nella cancelleria del tribunale e il personale che in questi uffici opera”. Le persone detenute hanno riassaporato “valori che magari erano andati persi”, grazie anche ai ‘colleghi’ che affiancandole le hanno aiutate “a capire il valore della libertà e del lavoro”. Perché potessero vivere nella più ampia tranquillità questa esperienza, la loro identità è stata coperta dall’anonimato: “Abbiamo capito cosa vuol dire essere libere - è stato il commento riferito da chi le ha incontrate - e non vogliamo più ricadere nell’errore commesso”. Il personale che con loro ha avuto modo di collaborare, ha parlato di una iniziale timidezza che poi nel tempo ha lasciato il posto a un atteggiamento più naturale e spigliato. Alla presentazione del progetto, ripartito dopo lo stop determinato dalla pandemia, hanno partecipato fra gli altri Gianfranco De Gesu, direttore generale Detenuti e trattamento del Dap, Gaetana Bernabò, magistrato di sorveglianza, e Ignazio Danzuso, presidente del Consiglio dell’Ordine degli avvocati.