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di Paola D’Amico

Corriere della Sera, 5 dicembre 2023

Alla Misericordia di Bronte (Ct), cittadina alle pendici dell’Etna nota per essere il maggiore centro mondiale di produzione del pistacchio, tutti ricordano con affetto Gaetano. È stato il primo di tanti che hanno svolto e svolgono presso l’organizzazione di volontariato il periodo di “messa alla prova” deciso da un giudice del Tribunale. “Quando dieci anni fa firmammo la convenzione con l’Ufficio esecuzione penale esterna (Uepe) il mio consiglio direttivo - spiega Armando Paparo, 68 anni, ex caposala di psichiatria e presidente della Misericordia - era molto preoccupato, non fu semplice far accettare il progetto. Invece l’arrivo di Gaetano, un giovane muratore, per noi fu una manna dal cielo. Era incappato nella giustizia per aver avuto problemi con l’alcol, il giudice aveva deciso di sospendere il procedimento e Gaetano non si limitò a svolgere i compiti previsti e studiati per lui, per esempio l’accompagnamento dei dializzati o degli anziani. Ma in sei mesi, spontaneamente, decise anche di rimetterci a posto la sede: ci eravamo trasferiti da poco ed era letteralmente un disastro, un cantiere aperto”.

Al Centro servizi di volontariato etneo (www.csvetneo.org), che si occupa di mettere in contatto gli Ets e Uepe di Catania per informare, formare e facilitare la stipula delle convenzioni con Uepe stesso e Tribunale ed è stato un apripista in Sicilia, spiegano che le realtà di riferimento che accolgono persone con provvedimenti di “messa alla prova” (quando il procedimento penale viene sospeso) o per le quali la pena è convertita in “lavori di pubblica utilità” oggi sono oltre 70 nella sola provincia etnea.

Dalla Sicilia alla Lombardia è cruciale il ruolo dei Csv su questo fronte. A Bergamo, per esempio, il Csv ha mappato sul territorio della provincia gli enti che dal 2014 al 2020 hanno accolto autori di reato: è emerso che in sei anni 452 realtà hanno accolto persone in messa alla prova, altre 149 hanno ospitato lavori di pubblica utilità come conversione pena e 17 hanno inserito al proprio interno persone per l’affidamento in prova al servizio sociale. Il Csv Insubria Como Varese, a sua volta, ha preparato un vademecum sull’utilizzo dei lavori di pubblica utilità nell’ambito della messa alla prova, utile alle organizzazioni e altri enti che hanno bisogno di un orientamento a seguito della legge Cartabia, che ne estende il ricorso per pene fino a 3 anni.

L’ultimo nato è il progetto sperimentale “Tag” (Tutta un’altra Giustizia), come spiegano Elena Bleu, coordinatrice di “A&I Onlus” che è partner del progetto con la cooperativa Factory, e Patrizia Bisol, project manager per il Csv Milano. “Tag” il 3 ottobre scorso ha portato all’apertura di un primo sportello che dà informazioni ad avvocati, persone condannate, enti interessati ad accoglierle, ma anche all’inserimento di un Operatore giustizia di comunità. “Nel solo febbraio di quest’anno l’Uepe di Milano ha indirizzato alla messa alla prova - aggiunge Bleu - 1600 persone ma tra queste possono esserci soggetti fragili, chi per esempio assieme al procedimento penale si è trovato con uno sfratto, ed è loro che noi supporteremo nel percorso”. Sono molte migliaia in Italia le richieste di chi può accedere a una messa alla prova - dai 34.931 del 2020 si è passati a 48.008 nel 2021 (più 37%) - e anche degli enti che li possono accogliere ma l’incontro domanda-offerta è tutt’altro che semplice.

Andrea Fanzago, presidente del Csv Milano commenta: “Essere capofila di un progetto così ci rende orgogliosi. Però il Progetto Tag ci chiede anche di scendere in campo con una responsabilità specifica, cioè promuovere la centralità della giustizia di comunità in tutti i nostri territori e quartieri, rendendola tema non più procrastinabile per la cura e lo sviluppo del nostro tessuto sociale”. E in questo percorso il primo passo sarà quello di rilasciare a breve un vademecum gratuito (scaricabile da progettotag.it): “Una guida pensata - conclude - per aiutare gli enti che decidono di accogliere persone per lo svolgimento di lavori di pubblica utilità, supportando le organizzazioni del Terzo settore che decidono di offrire concrete occasioni per lo sviluppo della giustizia di comunità”.