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di Damiano Aliprandi

Il Dubbio, 21 luglio 2022

La denuncia di Yairaiha Onlus del caso del detenuto, del quale i familiari non hanno notizie, con una trombosi alle gambe e gravi problemi al fegato, la cui richiesta di trapianto è stata etichettata come “inutile”.

Una grave trombosi alle gambe, rischia di compromettere il fegato con patologie legate dall’epatite. Ha bisogno di un intervento chirurgico, ma nulla e ciò ha creato delle gravi emorragie senza che i famigliari ne fossero messi al corrente. Una denuncia, gravissima, che solleva l’Associazione Yairaiha Onlus segnalando alle autorità competenti i problemi riportati dalla lettera della famiglia di Luigi Iannaco, così si chiama il detenuto attualmente detenuto nel circuito A. S. 1 della Casa circondariale “U. Caridi” di Catanzaro.

“La sua storia - esordisce Yairaiha nella segnalazione al Dap e alla ministra della Giustizia - è esemplificativa di come, soprattutto nel contesto penitenziario, la professionalità e l’umanità di chi ha solennemente compiuto il “Giuramento d’Ippocrate” possano fare la differenza, migliorando la vita quotidiana dei detenuti o, come nel caso sottoposto alla nostra attenzione, trasformandola in un calvario”.

Accade che dal 2014, l’epatite di tipo “B” del detenuto Iannaco degenera in cirrosi epatica, opportunamente trattata dal personale sanitario del carcere di Novara, presso il quale si trovava in regime detentivo del 41 bis. Oltre ai problemi al fegato, il detenuto soffriva anche di un’ernia inguinale e di una trombosi alle gambe: quest’ultima, in particolare, richiedeva un pronto intervento chirurgico per evitare che potesse compromettere il fegato o altri organi vitali.

L’associazione prosegue nella segnalazione spiegando che, trasferito presso la Casa Circondariale “U. Caridi” di Catanzaro nel gennaio 2020, dopo le iniziali visite di controllo, il detenuto richiedeva all’ormai ex Dirigente sanitario del carcere di poter essere messo in lista d’attesa per un trapianto al fegato, dato che emergeva un peggioramento della sua condizione di salute e si temeva un avanzamento della malattia e una sua progressiva trasmutazione in patologia tumorale. La richiesta, etichettata come “inutile” dallo stesso, non avrebbe avuto alcun seguito e questo mancato intervento avrebbe comportato un serio aggravamento del suo stato di salute.

Infatti, dopo periodici controlli di routine presso l’Ospedale “Pugliese - Ciaccio” di Catanzaro, il personale sanitario del nosocomio rendeva edotti i medici del carcere della necessità di un immediato intervento chirurgico, a causa del peggioramento delle varici esofagee (passate da stadio “F1” ad “F3); nonostante le sollecitazioni, il tempo scorreva inesorabile fino a quando, in data 31.05.2022, plurime emorragie erano già in corso, tanto da richiedere il trasferimento in codice arancione del detenuto a causa di un grave malore accusato in cella, dato che la trombosi aveva già coinvolto la vena Porta. L’associazione Yairaiha Onlus, osserva che, nonostante il grave rischio per la sopravvivenza del detenuto, le cui emorragie diventavano sempre più copiose, alcuna notizia era giunta ai familiari o al legale rappresentante del detenuto, da parte della Direzione del carcere.

“Nella lettera a noi indirizzata - sottolinea Yairaiha nella segnalazione - emerge chiaramente lo sgomento, la solitudine e lo smarrimento del detenuto Iannaco di fronte alla superficialità e all’incuria del personale sanitario del carcere di Siano. Un vero e proprio “muro di gomma” con cui quotidianamente i detenuti devono scontrarsi, senza tuttavia ricevere la giusta attenzione e rischiando a caro prezzo la vita”. Yairaiha, rivolgendosi alle autorità, osserva che la vicenda in questione, come molte altre che da anni porta avanti l’associazione, dimostra ancora una volta “che la dignità della persona reclusa e il suo diritto alla salute continuano ad essere considerate marginali dalle Istituzioni e dagli stessi “professionisti” del mestiere”.