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catanzaroinforma.it, 20 dicembre 2023

Presentato il progetto messo in campo dalla Camera penale di Catanzaro insieme all’Osservatorio carcere ed esecuzione penale, con il sostegno di alcuni imprenditori locali. Tutta la bontà nel panettone che non sta solo nel gusto di assaporarlo, ma in una dolcezza del tutto speciale e difficile da descrivere che è quella che arriva dalla consapevolezza di “fare del bene”. Una bontà che si “impasta” nel laboratorio di pasticceria in carcere per offrire un’opportunità di lavoro ai detenuti dando il massimo valore alla funzione rieducativa della pena.

Il cuore di un progetto che batte nella Casa circondariale di Catanzaro, e arriva fino alla sede del Tribunale, casa di quella Camera penale che - grazie al Consiglio direttivo capitanato dall’avvocato Francesco Iacopino - e punta ad un obiettivo preciso: quello di dare dignità ai detenuti e di trasformare il carcere da luogo di emarginazione a luogo di inclusione.

La Camera penale ha deciso, infatti, di sostenere il progetto avviato dalla società cooperativa “Mani in Libertà”, con la partnership della Direzione della Casa Circondariale di Catanzaro, del locale Ufficio Esecuzione Penale Esterna, di Promidea e delle associazioni Liberamente ed Amici con il cuore che hanno aderito ad un bando indetto da Fondazione con il Sud, teso alla formazione professionale e all’assunzione dei detenuti. Fondamentale il sostegno di alcuni imprenditori del capoluogo: il frutto di questo progetto è la produzione di panettoni particolarmente gustosi che serviranno a fini sociali e soprattutto testimoniano l’importanza di dare dignità ai detenuti e di trasformare il carcere da luogo di emarginazione a luogo di inclusione.

In tale ottica sono state avviate interlocuzioni con l’imprenditoria e le associazioni accreditate sul territorio, non solo per promuovere il progetto ma anche per collocare sul mercato la produzione natalizia rappresentata da ottimi panettoni artigianali il cui prezzo di vendita alimenterà le risorse necessarie alla prosecuzione del progetto ed all’assunzione dei detenuti. “Questo progetto - ha spiegato il presidente della Camera Penale di Catanzaro, l’avvocato Francesco Iacopino - si propone di avviare un percorso lavorativo in carcere e oggi è possibile realizzarlo grazie alla sensibilità dell’imprenditoria catanzarese. Quando abbiamo fatto visita ad agosto nel carcere di Siano, ci siamo resi conto che vi era una straordinaria realtà, un laboratorio di pasticceria che aveva delle potenzialità enormi. Ci siamo subito detti che era importante cercare di avviare anche a Catanzaro, non diversamente da come avviene in altre realtà Penso a Napoli, dove c’è una sartoria in carcere voluta da “Marinella”, che realizza cravatte per la polizia penitenziaria. Penso a Regina Celi, dove c’è un’attività lavorativa che si occupa di torrefazione. Penso a Padova, anche lì un percorso lavorativo, si preparano degli ottimi panettoni. Abbiamo ritenuto che anche Catanzaro dovesse raccogliere questa sfida e offrire delle opportunità di lavoro ai detenuti. La nostra attività è stata un po’ quella di fare da ponte tra l’istituto penitenziario e l’imprenditoria catanzarese. Il progetto prevede l’impiego con regolare assunzione di quattro detenuti ma puntiamo ad aumentare questo numero”.

La risposta degli imprenditori catanzaresi è stata positiva, come evidenziato da Iacopino ringraziando Luigi Rotundo e Maurizio Mottola di Amato. “Sapevamo che avrebbero detto sì perché sappiamo che c’è tanta sensibilità nei nostri imprenditori. Abbiamo iniziato un progetto sperimentale. Ringrazio l’avvocato Mottola di Amato e il signor Rotundo perché da subito hanno raccolto questa sfida e ci hanno sostenuto in questo progetto che oggi vede finalmente la luce perché sono stati impegnati quattro lavoratori. Noi - ha sostenuto Iacopino - crediamo in una logica di inclusione perché quando si restituisce dignità anche al detenuto attraverso un percorso lavorativo Noi non soltanto permettiamo alla pena di assolvere pienamente alla sua funzione che è quella del reinserimento, ma restituiamo anche alla collettività maggiore sicurezza perché i tassi di recidiva quando un detenuto lavora ed è inserito attraverso la dignità del lavoro sono sostanzialmente insignificanti. L’unione di tutte le forze oggi ci - ha proseguito il presidente della Camera Penale di Catanzaro - permette di scrivere una bellissima pagina per la nostra realtà territoriale. Il volontariato chiama volontariato perché una parte di questi panettoni che saranno venduti dalla grande distribuzione sarà devoluta dai detenuti a un progetto di volontariato per l’acquisto di tute all’Istituto Penale Minorile. Quindi una solidarietà integrata che ci permette di sorridere rispetto anche a prospettive future. Siamo certi che ci saranno altri imprenditori che aderiranno a questa iniziativa ma anche di avviare un ulteriore progetto perché in carcere c’è anche un laboratorio di ceramica e potremo anche sotto questo aspetto valorizzare un ulteriore percorso lavorativo”.

Iacopino ha poi ringraziato per il lavoro organizzativo gli avvocati responsabili dell’Osservatorio carcere, Vincenzo Galeota e Pietro Mancuso, e ha evidenziato anche l’importante collaborazione della Banca di Montepaone. Secondo l’imprenditore Rotundo “si tratta di una iniziativa interessante dal punto di vista del riscatto di queste persone che hanno avuto una vita diversa e più difficile sicuramente della nostra quindi da parte mia ci sarà un impegno per tutte le iniziative che verranno affinché questa gente possa avere ruolo nella società che sicuramente merita”. Di “iniziativa encomiabile sotto tutti i punti di vista” ha parlato anche l’imprenditore Mottola di Amato che ha ricordato anche “la funzione sociale cui devono assolvere le imprese e questa iniziativa lo fa” e si è detto contento che “la mia azienda possa acquistare i panettoni, possa dare una mano a queste persone che nell’ottica del principio rieducativo della pena e del reinserimento sociale devono avere tutto l’appoggio della società dell’imprenditoria. Piccoli ingranaggi di un sistema che deve viaggiare a questa velocità, anzi forse ad una velocità ancora più forte”.

L’avvocato Vincenzo Galeota dell’Osservatorio “non è stato necessario impegnarsi molto perché gli imprenditori aderissero. Lo hanno fatto subito. Abbiamo fatto in modo che una idea diventasse progetto e poi prospettiva e programma. Intendiamo creare un mercato stabile e duraturo”. A raccontare la storia e il percorso della cooperativa “Mani in libertà”, appositamente creata dai vari attori coinvolti nel progetto è stata proprio la presidente dell’associazione capofila “Amici con il cuore”, da Antonietta Mannarino che da oltre un decennio insegna “riciclo” alla casa Circondariale. “Attraverso il brand “Mani in libertà”, i detenuti, con tanto di qualifica ottenuta con i corsi di formazione - spiega - hanno dato seguito ai numerosissimi ordini di dolci personalizzati all’interno del carcere, sfogando la propria creatività con semifreddi complicatissimi, millefoglie delicate e torte di ogni forma e gusto per le varie ricorrenze delle famiglie dei detenuti e della popolazione penitenziaria. E siamo arrivati fino ai panettoni.

Al tavolo della presidenza anche Maria Letizia Polistena dell’Ufficio di esecuzione penale esterna ha descritto un progetto che coinvolge gli utenti extra murari “formati per intraprendere percorsi nel campo edile, sempre grazie alla sinergia con la Camera penale. Formazione di base che sarà garantita dai fondi messi a disposizione dall’Uepe”.