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di Chiara Bazzanella

L’Arena di Verona, 7 novembre 2023

“Di sasso in sasso” l’ultimo libro del fondatore dei Pac, 12 anni in carcere e poi la vita spesa per il volontariato. Giustizia, perdono, nonviolenza, droga, carcere, volontariato. E infine educazione, il tassello più importante per favorire l’abbandono dei pregiudizi. Sono queste le soste previste nel percorso che si affronta scorrendo le pagine dell’ultimo libro di Arrigo Cavallina, “Di sasso in sasso”. Come in una camminata nell’amata montagna, l’ex brigatista veronese, convertitosi al cattolicesimo e al mondo del volontariato, porta il lettore a proseguire tra le parole, cercando appiglio tra un sasso e l’altro e soffermandosi, guardando attorno e in lontananza.

Eversione e dissociazione - Arrigo Cavallina, classe 1945, è stato uno dei fondatori del gruppo eversivo Proletari Armati per il Comunismo. Ma è stato anche uno dei protagonisti della dissociazione politica dal terrorismo. Dopo i 12 anni trascorsi in carcere, si è dedicato ad attività sociali e di volontariato. La sua vita, descritta nel libro autobiografico “La piccola tenda d’azzurro”, torna a essere narrata all’inizio della nuova pubblicazione, ma solo attraverso interviste, articoli, lettere ai giornali, recensioni, porzioni di libri di cui è stato coautore.

Raccogliere i sassi - “Ho pensato di tornare a raccogliere lungo i sassi quello che altrimenti andrebbe disperso o non sarebbe facile recuperare e tenere insieme”, scrive Cavallina nella presentazione del volume. “Non è stato facile ordinare i testi seguendo un filo principale, anche i sassi non sono allineati, si salta qua e là, ci si avventura in deviazioni; e ancora c’è l’esperienza che si sta vivendo e quella che si ricorda, come tornando indietro ma per rivederne ad oggi il senso”.

Il lavoro di selezione è stato lungo, come pure la difficoltà nel trovare un editore, Echos, che abbracciasse l’idea di pubblicare un libro privo di un centro unificante, se non quello del rapporto con la giustizia e su come, recuperando termini educativi, si possa rivolgersi in modo nuovo e diverso alle conflittualità e alle ferite sociali.

È il grande tema della giustizia riparativa, fatta di “gesti che portino al superamento dei rispettivi pregiudizi e alla convinta affermazione che l’offesa non doveva essere fatta”, come è scritto nella quarta di copertina di libro.

La Fraternità - Da circa 25 anni Cavallina è volontario nell’associazione veronese La Fraternità dove, oltre al centro di ascolto e alla formazione, si occupa in particolar modo di organizzare, e spesso partecipare in prima persona, agli interventi nelle scuole. “La maggior parte dei giovani che incontriamo sono interessati e coinvolti. Quello che conta è la qualità dell’insegnante che ci chiama e li prepara per ragionare sul rispetto degli altri, su come evitare di aderire alla vendetta, astenendosi anche dai pregiudizi. Spesso ci sentiamo chiedere come mai i ragazzi di oggi abbiano così poche curiosità rispetto a quelli di una volta per le vicende politiche o sociali, per le povertà che hanno attorno. Ci fa sorridere che chiedano a noi quello che vorremmo sapere da loro”. Cavallina invita a non schierarsi, a riconoscere sempre ragioni e torti delle parti in conflitto. Oggi più che mai guardando alla guerra in Medio Oriente. “Ci sono torti colossali e ragioni per protestare da entrambe le parti”, dice. “La ragione di uccidere i civili, però, non ce l’ha nessuno”. Il libro si trova nella libreria Libre in via Interrato dell’Acqua Morta, oppure può essere ordinato in altre librerie e online.