di Giovanni Negri
Il Sole 24 Ore, 16 settembre 2024
Intervista a Fabio Roia, Presidente del Tribunale di Milano. Idati si prestano a una doppia lettura: da un lato, “l’aumento dei presidi di sicurezza” e, in alcuni casi, della fiducia nello Stato. Dall’altro la persistenza di una serie di reati “inaccettabili”, che vanno però studiati e non solo repressi. A commentare con queste parole le statistiche del Viminale pubblicate in queste pagine è Fabio Roia, presidente del Tribunale di Milano.
Emerge un’Italia in cui i reati denunciati sono in aumento. Qual è la sua lettura dei dati?
Sicuramente c’è un maggiore controllo del territorio rispetto al passato. Le faccio un esempio: nel 2024 a Milano abbiamo il 30% in più di arresti in flagranza di reato per reati predatori, e quindi scippi, rapine, piccolo spaccio. Si può fare di più ovviamente, ma c’è un forte problema di risorse: in polizia e carabinieri risultano carenze di organico importanti.
Milano ha la maggiore densità di reati denunciati. È indice di scarsa sicurezza?
Apparentemente c’è questo triste primato, ma non mi sento il presidente del tribunale di Gotham city. Non credo che la città abbia un problema più grave rispetto ad altre metropoli con le stesse caratteristiche, anche su base europea. L’altissimo flusso turistico può attrarre predatori e questo alimenta la percezione di insicurezza.
D’altro canto, le scarse denunce in altre aree del Paese possono significare che il controllo del territorio sia appaltato a realtà alternative allo Stato. Come valuta l’aumento degli omicidi volontari?
È un dato tragico: la voce più alta sono i femminicidi, una piaga sociale che non riusciamo a contenere malgrado gli sforzi legislativi. C’è una motivazione culturale che deve essere sradicata: ci vorranno anni.
Crescono anche gli omicidi colposi da incidente sul lavoro...
Un’altra piaga sociale inaccettabile. Credo l’aumento sia dovuto all’assenza di risorse, di prevenzione e controllo. Ci vorrebbe un piano di sanzioni intermedie e in questo senso la patente a punti nell’edilizia potrebbe essere un buon tentativo.
Riconosce fenomeni criminali nuovi rispetto al passato?
L’uso più frequente, soprattutto tra i giovani adulti, di armi bianche. È strettamente connesso all’aumento dei reati violenti come aggressioni, minacce e lesioni. Anche nell’ambito di scontri tra gruppi per motivi banali, risse fuori dai locali della movida e in relazione alla diffusione di nuovi stupefacenti che spingono a una maggiore aggressività. Sono fenomeni che vanno studiati e prevenuti, non solo repressi.
Si riferisce al decreto Caivano?
Aumentare la presenza sul territorio è un fatto positivo, genera maggiore sicurezza. Inasprire le pene è una direttrice sterile: i reati non diminuiscono.
L’aumento delle denunce, però, può essere un dato positivo?
Sicuramente. Ad esempio, l’aumento di denunce di estorsione, reato spia di una situazione strutturata di criminalità, indica maggiore fiducia nello Stato. Così come l’aumento di denunce per reati da Codice rosso.
C’è un problema di risposta da parte dell’apparato giudiziario?
L’apparato sta soffrendo molto per la carenza di risorse e quando verranno meno le risorse del Pnrr la risposta rischia di essere ancora più lenta.










