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di Massimiliano Di Pace

Il Dubbio, 30 novembre 2023

L’organismo nacque con l’intento di superare e riparare gli errori dei Tribunali Centrale anche il rapporto con l’avvocatura, sancito dalla nostra Costituzione. “Gli avvocati italiani provano preoccupazione quando si rivolgono alla Corte di Cassazione, la quale negli ultimi anni ha indirizzato la sua attenzione verso un rigorosissimo formalismo, a volte eccessivo, con la conseguenza che l’aspettativa di giustizia che il cittadino rivolge alla Corte suprema risulta frustrata da una valutazione in cui l’aspetto formale prevarica quello sostanziale. Un esempio è il recente orientamento sulla validità del mandato ad litem in Cassazione, secondo cui la procura sarebbe valida solo se temporalmente e localmente contestuale all’atto”.

E’ uno dei passaggi più significativi di Francesco Greco, Presidente del Consiglio Nazionale Forense, pronunciati in occasione del convegno I cento anni della Corte di cassazione “unica”, che si è svolto ieri presso l’aula magna della Corte di Cassazione, alla presenza di un parterre che più eccezionale non si poteva: il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, il Presidente della Camera dei Deputati, Lorenzo Fontana, il Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, e il gotha della magistratura italiana.

L’obiettivo del convegno, articolato in 2 sessioni, che si sono sviluppate per tutta la giornata, è stato quello di riflettere sugli attuali compiti della Suprema Corte, considerando la necessaria interazione con gli altri organi di giustizia nazionali e sovranazionali, e nella prospettiva di un rafforzamento della tutela dei diritti fondamentali. Non essendo possibile dare conto in un articolo di giornale di tutti gli spunti proposti dai circa 20 relatori, con questo articolo ci si limiterà a richiamare le principali considerazioni dei quattro relatori che hanno introdotto i lavori, ossia Margherita Cassano, Prima Presidente della Corte di cassazione, Luigi Salvato, Procuratore Generale della Corte di cassazione, Fabio Pinelli, Vice Presidente del Consiglio Superiore della Magistratura, e Francesco Greco, Presidente del Consiglio Nazionale Forense.

Dopo l’inno nazionale e un concerto, sotto l’insegna “La legge è uguale per tutti”, ha preso la parola la Presidente della Corte di cassazione Cassano, che, dopo aver richiamato la centralità della funzione di uniformazione dell’interpretazione della legge per la Corte da lei presieduta, ne ha riconosciuto l’arduità per la differenziazione delle norme e delle relative fonti, ragione per cui è particolarmente delicato il ruolo dei giudici, i cui compiti sono quelli di “ricostruire con attenzione il quadro di riferimento normativo, individuare la disposizione pertinente, coglierne il significato precettivo, tenendo presente il complesso dei principi espressi dalla Costituzione e dal diritto comunitario”. Dopo aver ricordato l’importanza di tutti gli attori del sistema della giustizia italiana, Cassano ha richiamato la “proficua esperienza degli albi per il ricorso per Cassazione, avviata in collaborazione con il Cnf, espressione della sensibilità dell’avvocatura, che consente di migliorare la qualità della domanda e della risposta giudiziaria”.

E’ seguito poi l’intervento del Procuratore Generale della Corte di cassazione Salvato, che ha sottolineato l’importanza della certezza del diritto, che deriva anche dalla sua uniforme interpretazione, per poi spiegare la funzione dell’ufficio da lui diretto, che è quella di “assicurare l’interesse pubblico, prescindendo dagli interessi specifici”. Salvato ha poi ammesso che “ci sono criticità, legate però a tecnicalità”, e che bisogna astenersi dalla tendenza all’autoreferenzialità dei giudici, che devono pervenire alla verità giudiziaria, attraverso un giusto processo.

A questo punto ha parlato Pinelli, Vice Presidente del Consiglio Superiore della Magistratura, nonché avvocato e parlamentare della Lega, il quale, dopo aver richiamato l’origine dell’istituzione della Cassazione, concepita per la prima volta in Francia nel 1790, per superare gli errori dei tribunali, ha evidenziato l’importanza che le decisioni dei giudici siano prevedibili, in quanto “solo una decisione prevedibile è una decisione giusta”, e per questo “l’indipendenza del magistrato non è mai assoluta, ma trova i suoi limiti nei diritti dei cittadini”, oltre che nella giurisprudenza già tracciata, nell’ambito della funzione “monofilattica” della Suprema Corte.

La fase introduttiva del convegno si è conclusa con l’intervento del Presidente del Cnf Greco, che nella sua lunga esposizione ha evidenziato il rapporto tra l’avvocatura e la Cassazione, che è sancito anche dalla Costituzione, in particolare dall’art. 106, il quale prevede che “possono essere chiamati all’ufficio di consiglieri di Cassazione gli avvocati che hanno acquisito meriti con la loro esperienza professionale”, possibilità concretizzatasi però solo dal 1998. Al riguardo Greco ha sottolineato che questa nomina non va interpretata come un premio ad un singolo avvocato, bensì come “un’occasione di arricchimento della Corte di Cassazione”, potendosi così avvalere quest’ultima di “professionalità diverse da quelle della magistratura”, tanto più che “il ruolo dell’avvocatura non può essere considerato residuale”.