di Iuri Maria Prado
Il Riformista, 9 febbraio 2023
L’ingiustizia del regime carcerario subordinato all’imperio del 41bis va persino oltre l’inciviltà intrinseca della norma e riguarda il fatto che essa, oltretutto, non funziona in modo da garantire il minuscolo residuo di diritti che pur dovrebbe sopravvivere in quello stillicidio di restrizioni. Siccome attribuisce all’amministrazione deputata ad applicarlo un potere discrezionale pressoché smisurato, infatti, quell’articoletto dell’ordinamento penitenziario si concede a forzature e a misure di concreta attuazione del tutto arbitrarie, ed è tenuto insieme da una giurisprudenza costretta a rimaneggiarlo, ritagliarlo, interpretarlo ogni volta per risolverne i palesi difetti e giustificarne gli indifendibili eccessi.
E poiché non si tratta di segnaletica stradale o della curvatura del guscio delle vongole, ma della vita delle persone, ogni buco, ogni asperità, ogni zona d’ombra, appunto ogni difetto di quella norma infierisce molto gravemente sui diritti di chi vi è sottoposto. In tutta la chiacchiera sul 41bis, perlopiù mono-orientata in senso forcaiolo, manca sempre il riferimento a come di fatto è gestita e attuata quella misura oppressiva, ed è la stessa Corte costituzionale a dover registrare i casi di abuso cui essa si presta salvo spiegare (eccoci al punto) che il problema non risiede nella norma ma nel modo di volta in volta adoperato per attuarla. Ciò che in termini di giustizia generale dovrebbe preoccupare chiunque: perché è come dire che la tortura non è un problema visto che non sta nella lettera della legge ma “soltanto” nella pratica di chi la applica (e dunque sulla pelle di chi la subisce).
Pare invece che la cosa non preoccupi nessuno se è vero che quotidianamente - ancora ieri ci si è messo Armando Spataro, sulla Stampa - si sprecano le requisitorie contro i pochissimi che sollevano dubbi sull’appropriatezza di una norma non soltanto più volte colpita, in una pluralità di sue parti, da dichiarazioni di illegittimità costituzionale (e quelli che la difendono oggi la difendevano anche per le parti poi dichiarate incostituzionali), ma che oltretutto è affidata a un dispositivo di esecuzione che sistematicamente oltrepassa i limiti, già molto avanzati, entro i quali un detenuto al 41bis può essere tormentato.
Qualche esempio può aiutare. È abbastanza facile riferirsi - come fa Spataro - alla neutra e dopotutto non impressionante freddezza di una disposizione che limita la possibilità del detenuto di ricevere corrispondenza e oggetti: meno facile è giustificare che in presunto omaggio a questo presidio securitario si impedisca al detenuto di leggere un libro determinato perché la censura carceraria lo giudica inopportuno o perché gli arriva da fuori, e magari è la raccolta di poesie che gli manda il figlio dodicenne. E a chi obiettasse che non cade il mondo se a qualcuno è impedito di leggere quel che vuole, si potrebbe rispondere che il destinatario del divieto non è chi può farsi una passeggiata, sedersi a un caffè o fare quattro chiacchiere con gli amici, ma chi sta in isolamento e mena un’esistenza che non va molto oltre il perimetro delle funzioni vitali.
Ma ancora: è facile non impensierirsi troppo se la norma prevede “la limitazione della permanenza all’aperto”. È meno facile se si precisa che non può trattarsi di più di due ore: ed è impossibile rimanere soprappensiero, salvo che per una sensibilità aguzzina, se di fatto il diritto ai minuti d’aria viene molto spesso esercitato in spazi che giudicheremmo insufficienti e oppressivi anche per un verro o per un cane. È una norma ingiusta di per sé, nonché per l’ingiustizia cui essa offre rifugio. E che si arrivi a discuterne grazie al detenuto che la denuncia, anziché per iniziativa della società libera, è il segno esemplare del degrado civile di questo Paese. Un Paese in cui non solo ha cittadinanza, ma onore di prima pagina e di telecamera, la finissima teoria secondo cui il 41bis va mantenuto perché è “efficace”. L’efficacia. Ma allora perché non gli diamo la corda? C’è caso che sia anche più efficace.