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adnkronos.it, 4 ottobre 2023

“Dopo 5 mesi il governo è venuto in aula alla Camera per rispondere ad una interrogazione riferita alle norme sulla corrispondenza telefonica dei detenuti. Speravamo che il tempo preso fosse servito per realizzare una circolare che mettesse a regime ordinario quello che ha ben funzionato durante l’emergenza Covid: l’ampliamento delle telefonate e le video chiamate alternative alle visite familiari. E invece nulla”. Lo dice il vice capogruppo Pd-Idp, segretario di Demos, Paolo Ciani che questa mattina ha illustrato alla Camera un’interpellanza sulle telefonate dal carcere.

“Pur ammettendo la positività del provvedimento, il governo non lo mette nero su bianco, confermando la discrezionalità della scelta affidata ai direttori dei penitenziari. Discrezionalità che crea disparità e quindi ingiustizia. Dinanzi al grido del carcere (sovraffollamento, carenza di personale di polizia penitenziaria, strutture talvolta fatiscenti…), il governo rimane sordo”, prosegue Ciani. “Tutti sappiamo il valore di poter comunicare con la propria famiglia, anche per una stabilità psico-affettiva: non dimentichiamo mai che un detenuto non smette di essere persona e che la detenzione non deve essere punizione. Continueremo a vigilare sul carcere e a chiedere di realizzare norme semplici ma determinanti per la vita delle persone”, conclude Ciani.