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di Luca Marola* e Mattia Santori**

Il Dubbio, 14 novembre 2023

La guerra alla droga del governo Meloni è puramente ideologica, ma non è con le retate spot che si risolve il problema. Venerdì scorso, insieme a Jasmine Cristallo della Direzione Nazionale del PD, siamo stati nella piazza principale di Caivano per sensibilizzare istituzioni e cittadini sull’importanza di mettere al centro delle politiche antidroga in Italia il tema della regolamentazione della Cannabis come strumento di contrasto alla criminalità organizzata. Pensiamo che non sia con le retate spot che si risolve il problema endemico della criminalità organizzata. Le mafie vanno colpite al cuore, sottraendo i proventi del traffico di stupefacenti.

Siamo arrivati a Caivano tre giorni dopo l’approvazione dell’ormai famigerato decreto, un ennesimo spot in cui si utilizza una tragedia umana per continuare una stupida, cieca e inutile guerra ideologica contro i consumatori di sostanze. Con il Dl Caivano il Governo dimostra ancora una volta di preferire il consenso a breve termine alla risoluzione di fenomeni complessi, andando nei fatti ad assimilare i percorsi detentivi dei minori a quelli degli adulti. Mentre il governo festeggia il ritorno della sicurezza, le piazze di spaccio si riorganizzano, il consumo nazionale di sostanze non cala e la totalità del mercato rimane ad appannaggio del narcotraffico, mentre i ragazzi affollano le carceri e i tribunali. A questa iniziativa di ripristino della realtà dopo la sbornia propagandista del Governo non sono mancate le polemiche. Il capogruppo in Regione Campania della Lega, Severino Nappi, in una nota stampa ci ha accusato di essere “irresponsabili”. A stretto giro abbiamo replicato che irresponsabile è chi, per ignoranza o per malafede, non nota l’elefante nella stanza, ovvero l’enorme quantità di miliardi che affluiscono nelle tasche della criminalità organizzata a cui lo Stato ha deciso di lasciare, in regime di monopolio, la produzione e il commercio di stupefacenti. Sottrarre alle mafie quindici miliardi di euro all’anno - tanto vale il mercato degli stupefacenti, di cui sei derivati dal solo commercio criminale di Cannabis - è uno dei pochi strumenti efficaci di lotta alla mafia. Questa è una storica battaglia radicale che, insieme alla raccolta firme per le sei proposte di legge popolari su ambiente, economia e diritti rappresenta il punto di contatto su cui lottare insieme per unire le comunità politiche.

*Direzione nazionale Radicali Italiani

**Direzione nazionale Pd