di Nicola Buonaiuto e Giuseppe Pergola*
tusciaweb.eu, 16 ottobre 2024
L’azienda Asl Roma F ospita nel proprio distretto di Civitavecchia due sedi carcerarie: il cosiddetto “Nuovo Complesso” con 547 detenuti e la “Casa di reclusione di Civitavecchia” che ne ospita 91. Le precedenti normative nazionali hanno sancito il trasferimento delle funzioni in materia di sanità penitenziaria dal ministero di Grazia e Giustizia ai sistemi sanitari regionali. L’assistenza sanitaria del locale sistema penitenziario è quindi oggi in carico al sistema sanitario regionale ed operativamente alla Asl Roma 4. La realtà carceraria nel nostro paese vive notoriamente di carenze strutturali, strumentali e di personale, rendendo spesso gli ambienti di vita dei detenuti e del personale di assistenza poco adeguati. Non sfuggono a questo disagio neppure i medici penitenziari che quotidianamente rendono possibile l’assistenza ad un elevato numero di detenuti con modalità e risorse molto più limitate rispetto all’utenza “fuori le mura”. Ciò nonostante questi professionisti assicurano una assistenza ordinaria e spesso straordinaria di ottimo livello, per le condizioni date, in un ambiente che è per sua natura difficile ed afflittivo.
Si va dalle prime visite in ingresso con particolare cura alla prevenzione del rischio suicidario, alle prestazioni di emergenza ed urgenza di primo soccorso sia per detenuti che per personale e visitatori, alle visite programmate sia ai detenuti comuni che in regime di isolamento, a quelli in sciopero della fame/sete, alla prescrizione e controllo dei vitti differenziati, alle certificazioni richieste dall’autorità giudiziaria e dagli organi del ministero della Giustizia, ai contatti con i presidi sanitari esterni (ospedali, ambulatori) ed alla vigilanza al rientro da interventi eseguiti all’esterno, alle campagne di screening e prevenzione promosse dalla Asl per la popolazione detenuta e a molteplici altri tipi di prestazioni.
Il tutto rivolto ad una popolazione spesso fragile (tossicodipendenti, malati infettivi, malati metabolici ed oncologici) e con frequenti rischi di aggressioni verbali e talora fisiche che spesso non vengono neppure segnalate rientrando ormai nella routine lavorativa. Questi colleghi, pur mantenendo alto lo standard delle cure sanitarie nelle difficili condizioni date, vedono equiparato il loro contratto a quello della continuità assistenziale sia in termini di retribuzione che in termini di instabilità di incarico. Nei penitenziari di Civitavecchia infatti l’intero personale medico (poco più di 10 professionisti) che assicura quanto descritto (con rotazione 24/24 - 7/7 e cambi a vista), sconta ormai da anni anche la beffa di un continuo ed irrisolto precariato con la reiterazione di contratti di lavoro semestrali a scadenza che minano non solo la continuità assistenziale necessaria per i pazienti ma anche la dovuta serenità di vita che il personale sanitario merita. Dopo diverse interlocuzioni isolate e personali dei medici con la direzione aziendale, con scarsi riscontri operativi la vertenza è stata presa in carico dalla Cisl medici che il 14 ottobre 2024 ha chiesto ed ottenuto alla direzione aziendale un incontro a cui ha partecipato anche una delegazione dei medici penitenziari.
L’incontro mirava a rendere ancor più palese alla direzione aziendale il contrasto tra una attività strutturata da anni ed ormai di forte specializzazione, e la precarietà contrattuale dei medici che confligge con lo stesso criterio di continuità assistenziale.
Il clima di ascolto è stato positivo da parte dell’azienda che ha manifestato consapevolezza delle difficoltà esposte ed una preliminare volontà di prendere in carico il problema della stabilizzazione, anche alla luce dei recenti strumenti normativi e contrattuali (legge n. 12 08/08/24 e ultimo ACN dei medici di medicina generale), che consentirebbero, in tempi abbastanza brevi, di perseguire questo importante risultato.
La Cisl medici ha chiesto di aggiornare il tavolo a breve per verificare il percorso che fattivamente permetterà di raggiungere la piena stabilizzazione dei colleghi impegnati nei penitenziari. Contestualmente la segreteria Cisl medici Lazio chiederà un incontro sul tema anche al presidente della regione Lazio Francesco Rocca che sta mostrando una buona sensibilità sul tema delle rinnovate dotazioni di personale e della risoluzione del precariato in sanità nelle sue diverse componenti.
Infine Cisl medici sta mettendo in atto una indagine conoscitiva sulla medicina penitenziaria anche a livello regionale e nazionale perché la vertenza per il riconoscimento della stabilità lavorativa che è nata localmente a Civitavecchia possa coinvolgere i tanti colleghi delle varie regioni italiane che si trovano nelle medesime condizioni. La vertenza verrà attentamente e costantemente seguita dalla Cisl medici su tutti i tavoli preposti per ridare serenità e dignità al lavoro dei medici precari della sanità penitenziaria. Tutti i colleghi che operano nelle altre carceri laziali e nazionali nelle medesime condizioni di precariato possono contattare, per unirsi alla vertenza di stabilizzazione,
*Rappresentanti sindacali CISL Medici