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di Antonella Barone

gnewsonline.it, 29 giugno 2024

Ha cantato insieme ai detenuti, agli operatori penitenziari e a tutti gli ospiti i suoi brani più famosi, accompagnato al pianoforte dal maestro Gioni Barbera. Giulio Rapetti Mogol ha regalato ieri emozioni nella casa circondariale di Civitavecchia ma, soprattutto, ha offerto alle persone che stanno scontando una pena, un percorso importante di formazione e di crescita culturale. Un progetto che inizia con un concorso di poesia. “Anima Forte”, voluto dal maestro e realizzato, come lui stesso ha tenuto a specificare, insieme all’Università Cà Foscari di Venezia e alla società Dante Alighieri. “Abbiamo deciso di proporre ai detenuti di cimentarsi nella scrittura di poesie brevi che, in prospettiva, raccoglieremo in un libro” ha detto Mogol, che ha ringraziato i presenti “perché mi hanno fatto il regalo di esprimere con tanti applausi la loro gratitudine”.

“Il concorso di poesie rientra nel progetto ‘Anima Forte’ che inizia da questo istituto ma si estenderà a tutto il territorio nazionale, in quanto il CET Centro Europeo Toscolano, l’associazione presieduta dal paroliere, ha stipulato una convenzione triennale con il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria per realizzare insieme iniziative mirate alla crescita culturale dei ristretti” ha spiegato la direttrice della casa circondariale Patrizia Bravetti. “La poesia è fondamentale nei momenti di fragilità, come quello della detenzione -ha commentato Fabio Caion dell’Università Ca’ Foscari - perché offre l’opportunità di vedere il mondo da un’altra prospettiva. Credo che in questo si possa sintetizzare il senso del concorso”.

La presenza di Mogol nel circondariale di Civitavecchia per il lancio del progetto è stata programmata in occasione della settimana della “Festa della Musica” e ha rappresentato “un momento di condivisione molto apprezzato dai detenuti - ha aggiunto Patrizia Bravetti - perché il maestro ha raccontato anche la storia di alcune canzoni e ha lasciato intravedere momenti del proprio vissuto”.

Emozionante, ascoltata dalla voce del suo protagonista la storia, entrata nella leggenda, della nascita di Arcobaleno, brano scritto per Celentano con Gianni Bella. Racconta il suo autore che una medium spagnola gli riferì di aver ricevuto un messaggio da Lucio Battisti che dall’aldilà le chiedeva di scrivere un brano indicandogli, titolo, frasi iniziali e parole contenute all’interno di un volume che avrebbe trovato in una libreria. Lo scettico e pragmatico Mogol all’inizio non ascoltò la medium ma, in seguito, altri segni e coincidenze lo convinsero a comporre, in soli 15 minuti, uno dei testi più belli della musica leggera italiana, interpretato da Adriano Celentano con toni intimi e rispettosi del mistero che circonda la sua origine. “Se emoziona così - ha commentato Mogol - vuol dire che l’Arcobaleno non riguarda solo questa realtà, evidentemente non si spegne con la morte”.