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di Anna Campaniello

Corriere della Sera, 22 febbraio 2023

I detenuti sono 387 per 226 posti. Lunedì un’altra aggressione. I volontari: “Le attività educative sono a rischio”. I rappresentanti sindacali degli agenti hanno proclamato lo stato di agitazione.

Un agente della polizia penitenziaria colpito alla testa da una saponetta lanciata con violenza da un detenuto. È l’ultima aggressione denunciata nelle scorse ore nel carcere del Bassone di Como. Numeri alla mano, il più sovraffollato dell’intera Lombardia, con presenze quasi doppie rispetto alla capienza. I rappresentanti sindacali degli agenti hanno proclamato lo stato di agitazione. L’ultima rilevazione del ministero della Giustizia, aggiornata al 31 gennaio scorso, indica un livello di sovraffollamento per il Bassone di Como del 171%, un dato peggiore del 24% rispetto a quello dell’anno precedente. A fronte di una capienza di 226 posti disponibili, i detenuti sono 387, con una presenza di stranieri di oltre il 56%.

“È la situazione peggiore della Lombardia - conferma Calogero Lo Presti, coordinatore regionale della Cgil polizia penitenziaria. Nelle 18 carceri della regione ci sono 8.109 detenuti presenti a fronte dei 6.161 posti disponibili con un conseguente sovraffollamento in media del 131%. Dei 4.700 detenuti in più oltre la capienza regolamentare in tutta Italia, il 41%, sono nei penitenziari lombardi”. “La situazione del Bassone è insostenibile”, hanno scritto tutte le organizzazioni sindacali della polizia penitenziaria in una lettera al direttore del carcere, al provveditore dell’amministrazione penitenziaria, al prefetto di Como e alle segreterie regionali. Denunciano “molteplici aggressioni subite dagli agenti penitenziari, eventi critici quali minacce e ingiurie, condizioni lavorative non più tollerabili”. E ancora: “Carenza di personale in tutti i ruoli e concentrazione di reclusi psichiatrici e/o problematici. L’istituto non può sopportare oltre l’arrivo di detenuti che in altre case circondariali hanno dato vita ad episodi di violenza”, l’allarme dei rappresentanti della polizia penitenziaria. Gian Luigi Madonia, segretario regionale dell’Uspp, Unione Sindacati Polizia Penitenziaria, attacca: “Il Bassone è diventato ormai scenario di eventi critici quotidiani. Il regime e la disciplina penitenziaria sono difficilmente attuabili. I detenuti si permettono di fare ciò che vogliono, sentendosi impuniti”.

Uno scenario che complica il lavoro di operatori e volontari impegnati nei progetti di formazione, rieducazione, reinserimento sociale dei detenuti. Attività che comunque proseguono, anche se spesso con limitazioni. “La carenza di personale riguarda anche gli operatori civili e inficia la finalità riabilitativa - dice Laura Molinari, operatore del Csv Insubria. I nostri progetti non si fermano, ma facciamo i conti con alcuni limiti. L’orario del centro diurno ad esempio è più ridotto per la mancanza di personale e lo stesso vale per attività formative o lavorative, come l’orto. Per il laboratorio professionale di idraulica abbiamo previsto una parte finale pratica con la sistemazione delle docce della terza sezione. Abbiamo difficoltà a far partire il lavoro perché non ci sono agenti da destinare al gruppo di tirocinanti”.

Tra i progetti del Csv non si ferma “Lavoro di squadra”. “Collaboriamo con la direzione del carcere nell’ottica della maggiore integrazione tra penitenziario e territorio - spiega Stefano Martinelli, operatore del Csv. Il sovraffollamento crea problemi, ma c’è una grande attenzione a lavorare con l’esterno, coinvolgendo associazioni e realtà territoriali. I detenuti hanno bisogno di relazioni, di confrontarsi. Pur in una situazione complessa la progettazione non si ferma e il 4 marzo ci sarà un momento di formazione con i volontari per nuove attività che ci permetteranno di lavorare meglio per la rieducazione”.