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di Davide Madeddu

Il Sole 24 Ore, 10 dicembre 2023

Due le proposte alle istituzioni, incentrate sul destinare parte dei fondi per la preparazione del Giubileo al sostegno delle famiglie in povertà assoluta: creare un fondo di sostegno alle locazioni, visto che quello per il contributo agli affitti e per la morosità incolpevole non è stato più finanziato; sfruttare l’enorme patrimonio immobiliare non occupato concordando con i proprietari immobiliari affitti calmierati (e sostenuti da un apposito fondo) a chi ne ha diritto.

Povertà della strada, quella relativa ai senza fissa dimora, povertà lavorativa perché aumenta la percentuale di chi è povero anche se lavora, “i cosiddetti working poor”; povertà abitativa, perché aumenta la difficoltà di trovare un alloggio adeguato alle proprie disponibilità economiche e, soprattutto, a mantenerlo; povertà minorile che colpisce un milione 269mila minori (il 13,4% dell’intera fascia della povertà assoluta) con un peggioramento che interessa soprattutto la fascia tra i 4 e i 6 anni per il Centro e quella da 7 a 13 per il Sud.

La dispersione scolastica - E ancora, povertà degli stranieri, povertà educativa con il “doloroso fenomeno della dispersione scolastica che in Italia raggiunge il 12,7 per cento, una delle percentuali più alte in Europa, mentre i Neet arrivano al 23,1”; povertà di futuro, poiché l’”Italia ha perso nel 2022, 179 mila residenti”, e non ultima la povertà sanitaria, “un’altra fragilità, emersa particolarmente con la pandemia, aggravata dalle conseguenze del carovita: oggi 2 milioni di italiani rimandano visite ed esami; 4 milioni si indebitano per curarsi e si calcolano 10 milioni di prestazioni sanitarie arretrate (screening oncologici o interventi chirurgici)”.

Un italiano su dieci in condizioni di povertà assoluta - Sono le dimensioni della povertà analizzate e presentate dalla Comunità di Sant’Egidio in occasione della conferenza stampa “Dati e proposte sulla povertà - La nuova edizione della Guida “Dove mangiare, dormire, lavarsi” - Le cifre della solidarietà - Il #natalepertutti di Sant’Egidio con i poveri al centro”. Sant’Egidio ha rielaborato i recenti dati Istat e Censis alla luce anche dell’osservazione diretta della realtà socio-economica del Paese grazie alle proprie case dell’Amicizia, poli multifunzionali di accoglienza e assistenza, l’ultimo di recente inaugurato a Roma dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Secondo l’Istat, nel 2022, i poveri assoluti in Italia sono oltre 5 milioni e 600mila italiani, cioè il 9,7 per cento della popolazione (in crescita rispetto al 9,1% dell’anno precedente mentre 15 anni fa eravamo al 3,6%). “Praticamente - commenta il presidente di S. Egidio, Marco Impagliazzo - un italiano su dieci”.

Le proposte - Due le proposte di Sant’Egidio alle istituzioni, incentrate sul destinare parte dei fondi per la preparazione del Giubileo al sostegno delle famiglie in povertà assoluta: creare un fondo di sostegno alle locazioni, visto che quello per il contributo agli affitti e per la morosità incolpevole non è stato più finanziato; sfruttare l’enorme patrimonio immobiliare non occupato concordando con i proprietari immobiliari affitti calmierati (e sostenuti da un apposito fondo) a chi ne ha diritto.

La solidarietà - Quest’anno, segnato dalle conseguenze economiche e sociali delle troppe guerre in corso, dall’Ucraina alla Terra Santa, Sant’Egidio ha aumentato le sue attività a sostegno di persone fragili e vulnerabili. I suoi servizi di aiuto hanno raggiunto 40mila persone, di cui 20mila nella sola Roma. I pacchi alimentari distribuiti dall’inizio del 2023 sono 250mila, di cui 120mila nella sola Roma. Per rispondere ai crescenti bisogni, la Comunità ha anche aumentato il numero dei centri di distribuzione alimentare nelle 35 città in cui sono aperti i suoi centri, dal Sud al Nord, senza contare i Comuni minori in cui raggiunge persone e famiglie in stato di necessità. A Roma i luoghi di distribuzione, chiamati Case dell’Amicizia perché oltre all’aiuto concreto forniscono anche ascolto e informazioni, sono passati dai tre iniziali a 28, a Genova da quattro a 10. A raccontare la difficile situazione sono anche i 120mila pasti serviti quest’anno nelle mense di Roma, Genova, Novara, Frosinone e Lucca: il doppio rispetto agli anni pre-pandemia. Inoltre, sono stati 200mila i pasti distribuiti in un anno nelle cene itineranti in tante città, da Padova a Catania, da Torino a Napoli. Oltre 60mila i capi di abbigliamento donati a chi aveva bisogno. Sant’Egidio ha aiutato anche molte persone senza dimora, anziane o con disabilità che hanno chiesto aiuto: solo a Roma, oltre mille persone hanno usufruito delle convivenze avviate negli anni recenti.

A Natale “aggiungi un posto a tavola” - Le attività di Sant’Egidio per non lasciare indietro nessuno comprendono anche la campagna solidale “A Natale aggiungi un posto a tavola”, grazie alla collaborazione delle compagnie telefoniche, di Rai, Mediaset, Sky, La7 e al sostegno di tanti, a cominciare dalla Federazione Italiana Giuoco Calcio. Per regalare alle persone più fragili un pranzo degno del 25 dicembre, con un pasto abbondante, un dono e il calore di una casa, tutti possono contribuire, inviando un sms o chiamando da rete fissa il numero 45586, fino al 26 dicembre. Era il Natale 1982 quando, per la prima volta, alcuni poveri furono accolti nella basilica di Santa Maria in Trastevere. Da allora, il banchetto si è allargato e ogni anno coinvolge circa 80mila persone in Italia e 250mila nel mondo. Diversi sono i luoghi dove si apparecchia il pranzo: chiese, case, scuole, ma anche istituti per anziani, carceri e ospedali. A consentire la capillare attività di Sant’Egidio sono le migliaia di volontarie e di volontari, giovani e non, che ogni giorno si dedicano alle persone più fragili.