sito

storico

Archivio storico

                   5permille

   

di Giovanni M. Jacobazzi

Il Dubbio, 18 gennaio 2024

Il Plenum approva, col solo voto contrario di Aimi, il parere sulla riforma del governo. “Si impiega più tempo a ricalcolare una prescrizione o a celebrare un processo?”. È quanto affermato ieri mattina in Plenum da Enrico Aimi, avvocato e componente laico del Consiglio superiore della magistratura in quota Forza Italia, durante il voto del parere sulla riforma della prescrizione, approvata il giorno prima dalla Camera.

“Nella stragrande maggioranza dei casi, il calcolo sarà peraltro breve e, anche nelle questioni più complesse, il tempo necessario sarà ovviamente inferiore a quello per audire le parti processuali, gli imputati, i testimoni, periti e consulenti, senza voler parlare degli estenuanti rinvii, sempre in agguato”, ha proseguito Aimi, decidendo di non votare in splendida solitudine il parere della Sesta commissione che aveva espresso forti critiche sulla volontà del Parlamento di ripristinare la prescrizione “ex Cirielli” con i correttivi introdotti nel 2017 dall’allora ministro della Giustizia Andrea Orlando.

Per il Csm, invece, la nuova norma sulla prescrizione sarebbe “molto onerosa in quanto l’individuazione dei procedimenti da trattare con priorità richiederebbe la preventiva ricostruzione del regime di prescrizione e/ o improcedibilità applicabile ad ognuno di essi”. “Al fine di scongiurare tali possibili evenienze - proseguiva il parere poi approvato, a parte il voto contrario di Aimi, con la sola astensione del laico di Italia viva Ernesto Carbone - sarebbe opportuno completare l’intervento normativo con la previsione di un regime transitorio” . Una delle perplessità sollevate dal Csm riguardava il conteggio, ai fini della sospensione dei termini, del tempo intercorso fra la lettura del dispositivo e quello in cui sono depositate le motivazioni della sentenza.

Il parere aveva fatto proprio l’appello dei presidenti delle Corti d’appello che avevano evidenziato la necessità di una completa riprogrammazione delle attività giurisdizionali negli uffici di secondo grado e di legittimità, con la riorganizzazione dei ruoli di udienza e con il conseguente rischio di non cogliere entro il 2026 gli obiettivi negoziati con la Commissione europea per i fondi del Pnrr. “La prescrizione è un istituto centrale nel nostro ordinamento giuridico, per questo desta interesse e discussione.

Rappresenta, innanzitutto, una rinuncia alla potestà punitiva dello Stato, decorso un lasso di tempo ragionevole”, ha allora ricordato Aimi, sottolineando che la norma transitoria richiesta “rischierebbe di trasformarsi in un autentico boomerang giudiziario, sottoponendo la legge che lo recepirebbe a rischio di impugnazione davanti alla Corte costituzionale”. “Uno dei cardini del nostro sistema, al quale non possiamo mai derogare, è infatti quello dell’applicazione della legge più favorevole al reo. Per questo più che dare indicazioni sarebbe opportuno applicare la legge nei suoi più alti dettati”, ha poi concluso Aimi.

La presidente della Cassazione Margherita Cassano, pur votando il parere, ha espresso soddisfazione per il superamento nella nuova prescrizione dell’improcedibilità che era stata prevista dalla riforma Cartabia e che aveva creato grandissima confusione interpretativa. È stato comunque ricordato che le diverse migliaia di professionalità che sono state assunte per l’Ufficio per il processo, e recentemente prorogate al 2026, potranno ben agevolare i giudici nei calcoli dei tempi della prescrizione. Nel quadro non proprio felice in cui versa la giustizia italiana, calcolare con il calendario alla mano quando un reato si prescrive non dovrebbe dunque essere un problema insormontabile. “Non mi stupisco del voto del Csm considerato che i capi degli uffici giudiziari si sono da tempo dichiarati contrari alla riforma. Semmai mi sorprende la dimensione del voto del Plenum che ha diviso la sua componente laica”, ha commentato il senatore Pierantonio Zanettin, capogruppo di Forza Italia in Commissione giustizia a Palazzo Madama.