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di Samuele Ciambriello*

La Notizia, 17 gennaio 2024

Mi colpisce la grande determinazione con cui un detenuto di Poggioreale si è suicidato l’altro giorno. Era a rischio suicidario da un anno, seguito e monitorato. Chi cura le persone libere con sofferenza psichica? Il Dipartimento di Salute Mentale (Dsm). Bene! Il Dsm è formato da psichiatri, psicologi, infermieri, assistenti sociali, tecnici della riabilitazione psichiatrica, educatori, Oss. Dunque per curare la malattia mentale non occorre solo lo psichiatra, motivo per cui anche in carcere per curare i malati mentali occorrono queste figure professionali.

In Italia sono detenute 60.215 persone, a fronte di una capienza regolamentare di 47mila. In Campania sono ristrette 7.327 persone, le donne sono 346. La capienza regolamentare nelle carceri campane è di 6.165 persone. In Campania sono ristretti 906 immigrati, 181 semiliberi. I detenuti con condanna, pena inflitta, da O a 3 anni in Italia sono 9.086, in Campania 757. In Italia sono ristretti con residuo di pena da O a 3 anni 22.635 persone, in Campania 2.528.

Nella nostra regione vi sono 3.285 detenuti che scontano una condanna da 0 a 3 anni e su una popolazione di 7.327 detenuti, 1.312 sono in attesa di giudizio, 502 sono appellanti e 318 ricorrenti. Definitivi, al 5 dicembre, erano 4.511. I detenuti tossicodipendenti, non dichiarati ma diagnosticati, sono 1.400. Circa 200 quelli con sofferenza psichica e solo a Poggioreale ci sono 70 psicotici. Su questi dati, più che fare ragionamenti teorici, vorrei intervenire concretamente istituendo una sorta di task force fra Amministrazione penitenziaria, Magistrati di Sorveglianza, Garanti per verificare quante di queste 3285 persone sono effettivamente impossibilitate ad accedere alle misure alternative e quante, invece, continuano a rimanere in carcere perché dimenticante.

Sono convinto che una operazione sistematica di questo tipo possa portare a ridurre notevolmente queste 3.285 unità ristrette in Campania. È un modo concreto per ridurre il sovraffollamento: depenalizzazione dei reati minori, meno custodia cautelare, più misure alternative al carcere. Purtroppo, la politica è assente, c’è un populismo mediatico, politico, che si coniuga con un populismo penale. Mi auguro che ci sia un risveglio di una coscienza civica sui diritti, perché i diritti generano diritti e non un clima culturale per cui il carcere è un posto esterno alla società, da dimenticare, non da cambiare. *Garante campano dei detenuti e delle persone sottoposte a misure restrittive