di Liana Milella
La Repubblica, 26 febbraio 2023
“Il caso Cospito scuote le coscienze di chi, come me, crede nella sacralità della vita”. E ancora: “Lo Stato faccia il possibile per evitare una drammatica conclusione”. Gli attentati anarchici? “Sono un danno per Cospito e lo fanno apparire come un capo”. Parole dell’ex presidente della Consulta Giancarlo Coraggio.
La Cassazione spegne le speranze di togliere il 41bis a Cospito. Che ha interrotto gli integratori, e rischia di morire in tempi brevi. Lei vede una via d’uscita?
“Mettiamo innanzitutto due punti fermi. Il primo è che la legittimità in astratto del 41bis non è in discussione né da parte della Corte costituzionale, né della Corte di Strasburgo. Il secondo è che non è neppure in discussione la correttezza dell’estensione del 41bis ai gravi reati di cui è imputato Cospito. Allora sul tavolo restano due questioni di fatto. La prima è se per Cospito esistono le condizioni previste dal 41bis. La seconda è se le misure del carcere duro siano giustificabili in generale per un detenuto che ha commesso gravi reati”.
Due magistrati autorevoli, il procuratore nazionale antimafia Gianni Melillo e il Pg della Cassazione Piero Gaeta, hanno ipotizzato, in modi e tempi diversi, che il 41bis non sia del tutto giustificato e che possa essere sostituito dall’Alta sicurezza, una sorta di 41bis attenuato. Non sarebbe una buona via di uscita?
“In punto di fatto io non ho sottomano gli elementi di cui sono in possesso i giudici e il Pg. Ma debbo constatare che, sotto questo 41bis, c’è la firma di Marta Cartabia, che nessuno può accusare di essere una feroce giustizialista. Tutti abbiamo potuto constatare la sua sensibilità umana rispetto alla situazione dei detenuti durante il viaggio nelle carceri”.
Certo a chiedere il 41bis erano stati i pm...
“Infatti nel caso Cospito ci sono stati plurimi gradi di giudizio e mi pare si possa dire con certezza che i principi fondamentali del giusto processo sono stati rispettati. In queste condizioni, oggi, non possiamo che attenerci al dictum della Cassazione. E qui viene fuori il secondo problema, e cioè se tutte le misure previste dal 41bis siano giustificabili”.
Su Repubblica il costituzionalista Azzariti dice che il 41bis va rivisto. Lei non pensa che questa sarebbe l’occasione giusta?
“In effetti, se il 41bis nel suo complesso non è in discussione, le singole misure possono ben essere riesaminate. È stato fatto ripetutamente in passato, davanti alla Corte di Strasburgo è stato sollevato il caso Provenzano, e cioè l’applicazione del 41bis in presenza di una malattia, e la Corte dei diritti ha accolto l’istanza. Analogamente la nostra Consulta ha dichiarato incostituzionali varie misure, nel 2013 il numero troppo limitato di colloqui con i difensori, nel 2018 l’impossibilità di cuocere i cibi in cella, nel 2022 la censura della corrispondenza con gli avvocati, mentre ha respinto la richiesta di poter prendere i libri dall’esterno”.
Ma è mai possibile che uno sciopero della fame per 130 giorni non possa smuovere nulla e lo Stato decida che quel detenuto può morire?
“Lei pone una domanda che non può non scuotere le coscienze di ognuno di noi. E specialmente in chi, come me, crede nella sacralità della vita. Ma come tecnico mi debbo porre il problema dell’inevitabile portata generale di qualsiasi intervento. Se si ritiene che alcune misure siano “disumane”, ciò vale per Cospito come per qualsiasi altro. La sua vicenda può essere l’occasione giusta per riesaminare dalle fondamenta il regime del carcere duro. Ma resta sempre la possibilità di denunciare singole norme alla nostra Consulta”.
Beh, alla Consulta c’è già il ricorso della Corte di Assiste di Appello di Torino sulla possibilità di applicare l’attenuante della lieve entità per le bombe, messe da Cospito, ma non esplose nella caserma di Fossano. Questo dimostra che la stessa magistratura è divisa sul caso tra una linea durissima e una più sfumata...
“Io non posso di certo anticipare una decisione della Corte, ma la questione è seria. Proprio tenendo conto della sproporzione tra la pena e l’effetto concreto dell’attentato”.
La dura manifestazione degli anarchici in piazza Cavour, mentre i giudici decidevano, dimostra che l’eventuale fine di Cospito potrebbe scatenare reazioni violente. Per garantire la sicurezza dei cittadini cosa non sarebbe utile passare dal 41bis all’Alta sicurezza?
“Io temo che queste manifestazioni minacciose siano di per sé un danno per Cospito perché producono un irrigidimento della risposta dello Stato. Non solo, ma fanno apparire Cospito come un indiscusso leader anarchico”.
Più di un esponente della Chiesa suggerisce riservatamente un gesto di mitezza nei suoi confronti. Il garantista Nordio potrebbe permetterselo?
“Proprio a causa di queste aperte minacce il passo sarebbe percepito non come un gesto di mitezza, ma di debolezza. Probabilmente deve passare un po’ di tempo e si devono calmare le acque per affrontare la questione in modo più sereno”.
E non pensa al grosso rischio che nel frattempo Cospito se ne vada per sempre?
“Certo deve essere massimo l’impegno dello Stato a tutela della sua salute per evitare una simile conclusione”.