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di Youssef Hassan Holgado

Il Domani, 8 luglio 2022

Il processo d’appello contro il sistema di accoglienza inizia il prossimo 26 ottobre In primo grado l’ex sindaco di Riace è stato condannato a 13 anni e due mesi di carcere per diversi reati.

La corte d’Appello di Reggio Calabria ha disposto la riapertura dell’istruttoria e l’acquisizione di alcune intercettazioni ambientali che non erano neanche state trascritte nel processo del tribunale di Locri, dove Mimmo Lucano è stato ritenuto colpevole di associazione a delinquere, truffa, peculato, falso e abuso d’ufficio. L’ex sindaco di Riace è stato condannato a settembre 2021 a 13 anni e due mesi nel processo contro il suo sistema di accoglienza di migranti.

Nel materiale in questione, c’è una conversazione riportata dal Fatto Quotidiano e da Repubblica tra l’ispettore della prefettura (per il Fatto si tratta di Salvatore Del Giglio) e Mimmo Lucano avvenuta il 20 luglio del 2017 che gli avvocati intendono utilizzare per ribaltare la condanna di primo grado. Quel giorno Del Giglio si trovava a Riace per stilare una relazione sul modello della gestione dei migranti messo in piedi dall’ex sindaco, al quale ha detto: “L’amministrazione dello stato non vuole il racconto della realtà di Riace... oggi la mission dello stato... sapete che lo stato è composto... come qua da voi. C’è l’opposizione...”.

Nella conversazione l’ispettore avverte Lucano: “Voi non potete fare altro che andare avanti, altrimenti fareste il loro gioco. Vi dovete aspettare, perché non è improbabile, che un domani verranno la Guardia di finanza...”. Poco più di un anno dopo da quella conversazione, nell’ottobre del 2018, Mimmo Lucano è stato arrestato.

La difesa - Gli avvocati Andrea Daqua e Giuliano Pisapia, che difendono Mimmo Lucano, hanno depositato l’intercettazione per l’istruttoria e hanno chiesto come mai il materiale non sia stato usato nel precedente processo. Secondo la difesa la nuova intercettazione giustifica il sistema di accoglienza messo in piedi in Calabria dall’ex sindaco e attribuisce un connotato politico al suo caso. Il processo di appello inizierà il prossimo 26 ottobre e Mimmo Lucano ha già detto che punta all’assoluzione: “Non mi interessa una riduzione di pena, sconti o altro. Io voglio l’assoluzione piena. Sono in pace con la mia coscienza, non ho mai avuto e non ho nulla da nascondere, voglio solo ristabilire la verità”.

Secondo l’ex sindaco di Riace, il processo di primo grado aveva lo scopo di criminalizzare il sistema d’accoglienza inclusivo messo in piedi nel piccolo comune calabrese. Un modello studiato in tutto il mondo da diversi esperti e che ha portato Riace sulle pagine dei giornali internazionali. Tuttavia, Lucano è stato considerato colpevole di diversi reati e non solo riguardo ai progetti di accoglienza. Nell’ambito del processo sono emerse diverse ipotesi di reati per fatti come il mancato pagamento dei diritti Siae per i festival estivi, o illeciti negli affidamenti nella raccolta dei rifiuti e della pulizia delle spiagge, fino alla mancata riscossione dei diritti di segreteria dell’Ufficio anagrafe del comune o il rilascio del falso certificato di stato civile alla propria compagna.

La solidarietà - Dopo la condanna, parte della società civile e diverse associazioni del terzo settore hanno espresso solidarietà all’ex sindaco di Riace. Una solidarietà che si manifesta anche oggi. L’associazione “A buon diritto” ha proposto di coordinare una raccolta fondi per pagare i 360mila euro di ammenda a cui Mimmo Lucano è stato condannato. Per ora l’ex sindaco non è d’accordo e preferisce che eventualmente quei soldi vengano investiti per migliorare il sistema d’accoglienza.