di Grazia Longo
La Stampa, 26 febbraio 2023
Volantino degli anarchici a Roma: “Se muore, intimidazione a mano armata”. Sale la tensione sul rischio attentati da parte degli anarco-insurrezionalisti. Dopo la sentenza della Cassazione, venerdì sera, che ha stabilito di mantenere l’anarchico Alfredo Cospito al 41 bis, cresce l’allarme sull’escalation di violenza nei confronti di rappresentanti dello Stato e dell’Economia. Il timore è che nei prossimi giorni si possa assistere a un salto di qualità delle rivendicazioni, con il passaggio da episodi incendiari contro automobili o tralicci a quelli ben più gravi contro le persone.
Ieri, tuttavia, tutti i cortei a cui hanno partecipato gli anarchici si sono svolti senza particolari disordini. Milano, Torino, Bologna, Genova: quattro diverse piazze in cui gli striscioni in difesa di Cospito si sono confusi con le bandiere per la pace, a un anno dall’inizio della guerra in Ucraina.
Ma l’allarme resta alto. In queste ore le parole d’ordine di forze dell’ordine e intelligence sono “massima allerta” e “consapevolezza del rischio imminente”. Il verdetto della Suprema Corte è infatti ritenuto “altamente innescante”, nel senso che la realtà che si prefigura lascia immaginare scenari non proprio pacifici. Anzi, grande è la preoccupazione che qualcosa di grave possa succedere da un momento all’altro. Dal Viminale trapelano parole rassicuranti perché “vige la massima attenzione ma non un allarmismo”, ma nonostante ciò la macchina organizzativa è concentrata attivamente a prevenire attentati e a monitorare le frange più estremiste della galassia anarchica.
Basti pensare al testo del volantino diffuso a Roma che minaccia atti concreti. Si legge: “Una cosa è chiara, l’eventuale morte del rivoluzionario Cospito, già in gravi condizioni di salute ed in rapido peggioramento, segnerà il punto di svolta tra un “prima e un dopo” nella lotta politica tra le classi in questo Paese. Da quel punto, però, non è detto che la piega degli eventi andrà nella direzione auspicata dagli apologeti della tortura del 41 bis”. E non finisce qui, si arriva a pronosticare “un’intimidazione “a mano armata” rivolta innanzitutto contro quei settori di classe rivoluzionari che, nella situazione imposta, decidessero in qualche modo di accelerare il processo di “costruzione delle condizioni dell’offensiva” che da più parti sta facendo capolino tra le maglie di una classe proletaria immiserita e frastornata, sempre più sacrificata all’altare del Profitto, ma sempre meno disponibile a sacrificarsi per l’arricchimento dei padroni”.
Tanto basta per incendiare gli animi, perché si teme che il pericolo sia davvero dietro l’angolo. Elevata quindi l’attenzione degli investigatori e degli 007, non solo nei confronti dei gruppi che rivendicano la loro posizione contro il 41 bis, ma anche e soprattutto rispetto ai cosiddetti “cani sciolti”. Singoli militanti che agiscono in maniera del tutto imprevedibile e incontrollata.
Non si deve dimenticare che per loro natura sia il Fai (Federazione anarchica italiana), sia il Fri (Fronte rivoluzionario internazionale) non hanno una struttura piramidale con una leadership chiara. Si monitorano quindi i gruppi di militanti sia attraverso la loro partecipazione a cortei e manifestazioni, tipo quelle di ieri pomeriggio, sia nella loro attività di comunicazioni attraverso, appunto, volantini, social media, siti online, compreso quello più complesso da controllare e cioè il dark web per cui è in atto un intenso intervento della polizia postale. Sotto sorveglianza anche sedi significative dello Stato, dai ministeri e Csm a caserme e tribunali, ma anche simboli del mondo economico come l’Eni e le banche. Oltre alla polizia, anche carabinieri e intelligence non abbassano la guardia, consci del fatto che mentre prima della decisione degli ermellini la protesta anarchica era in una fase “attendista”, ora potrebbe puntare più alla “vendetta” e potrebbe quindi diventare decisamente più aggressiva e insidiosa.