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di Liana Milella

La Repubblica, 29 gennaio 2023

Il ministro segue “costantemente” il caso dell’anarchico ora in sciopero della fame. Si aspettano i dottori. Un ministro della Giustizia autorizza il 41bis, ma quello che prende il suo posto non può eliminarne gli effetti con uno spontaneo tratto di penna. Se la ministra Marta Cartabia, il 4 maggio 2022, ha firmato il carcere duro per Alfredo Cospito, adesso Carlo Nordio, che ha preso il suo posto, non può cancellarlo su due piedi. Perché dietro la prima firma, come dietro la seconda, dev’esserci il via libera obbligatorio dei magistrati. Nella fattispecie i pm antimafia di Torino e della Procura nazionale di Roma. Così dice la legge, e non ci sarebbe modo di aggirarla. E quel via libera, ancora oggi, non c’è. Anche se Cospito è in sciopero della fame da 102 giorni.

Bisogna partire da qui per affrontare tecnicamente e politicamente il caso Cospito, l’anarchico condannato all’ergastolo per l’attentato del 2006 contro la scuola allievi carabinieri di Fossano, ma anche a dieci anni per la gambizzazione del dirigente Ansaldo Roberto Adinolfi.

Il caso vede, anche in queste ore come ormai da settimane, una singolare contrapposizione. Da una parte i sit-in degli anarchici anche sotto via Arenula, dove ha sede il ministero della Giustizia, quasi che solo da lì possa arrivare lo svincolo dal 41bis per Cospito. Dall’altra il Guardasigilli Nordio - notoriamente un garantista che, da quando è stato nominato, non ha mai mancato di rimarcare, perfino con troppa insistenza, il suo credo in un carcere equo - con le mani legate. In apparenza inattivo. Tant’è che, pur assai loquace, Nordio ha esternato pochissimo su Cospito. Il 10 gennaio per dire che segue “con la massima attenzione” quello che succede nel carcere di Bancali a Sassari. E precisare che da lui non può giungere un atto “volontaristico” per sciogliere quel 41bis, visto che il 19 dicembre il tribunale di sorveglianza di Roma ha respinto il ricorso di Cospito.

Ma Nordio è davvero così “assente” dal caso Cospito? Certo il suo atteggiamento e quello dei suoi collaboratori è riservatissimo. Ma spifferi di notizie da via Arenula fanno scoprire invece che il dossier Cospito è in bella evidenza sul suo tavolo perché Nordio è assai preoccupato. Tant’è che - giusto in questa settimana - ha tenuto una riunione del suo staff sul caso. E al direttore delle carceri, di freschissima nomina, Giovanni Russo, ha raccomandato vigilanza ad horas sulla salute del detenuto.

E con i suoi giuristi Nordio si è anche interrogato sul suo potere di “interrompere” il 41bis per cause di forza maggiore, in questo caso uno sciopero della fame prolungato e pericoloso, come più volte gli ha fatto notare il Garante dei detenuti Mauro Palma che a Bancali è già stato tre volte, l’ultima sette giorni fa, per lanciare un allarme definitivo, “fuori subito Cospito da quel carcere, per prendere la via di Cagliari, altro penitenziario dove però c’è un dipartimento medico e l’attrezzatura per affrontare un dimagrimento di 40 chili”. È sufficiente parlare con Palma per comprendere che, come giurista, ritiene che in questo caso il Guardasigilli può anche stoppare il 41bis. Con un puntello giuridico che, a suo avviso, pesa, e cioè che il 12 gennaio l’avvocato di Cospito ha presentato a Nordio una nuova istanza di revoca, fondata su elementi certi, e cioè che dal carcere il suo assistito non ha inviato messaggi a gruppi anarchici inneggianti alla rivolta (e che gli è costata l’ergastolo ostativo), bensì ad associazioni che non perseguono quell’obiettivo rivoluzionario.

L’esigenza di fare in fretta è innegabile, visto che il verdetto della Cassazione, pur anticipato, arriverà solo il 7 marzo. Ma un mese è troppo per le condizioni di Cospito. Quindi, come sostiene Palma, c’è un passo minimo da compiere, mandarlo subito a Cagliari. Da via Arenula, ufficialmente, rispondono che “solo i medici”, e non il ministro, possono deciderlo. E Nordio? Chi lavora con lui dice: “Sta seguendo la vicenda passo passo, chiede aggiornamenti continui, ed è visibilmente preoccupato”.