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di Frank Cimini

Il Riformista, 25 gennaio 2023

Proteste per la diffida dell’amministrazione penitenziaria alla cardiologa a non rilasciare interviste a radio Onda d’Urto. De Cristofaro (Avs): “Nordio chiarisca”. Interrogazione di Smeriglio alla Commissione Ue sul 41bis all’anarchico. L’allarme del legale: “Va spostato in un carcere con centro clinico”.

Non si era mai visto. Una amministrazione penitenziaria che nero su bianco su carta intestata del ministero della Giustizia diffida un medico dal rilasciare interviste sullo stato di salute di un detenuto suo assistito. E per giunta a un solo mezzo di informazione, Radio Onda D’Urto. Minacciando di non concedere ulteriori autorizzazioni per le visite. Sul caso di Alfredo Cospito in sciopero della fame da quasi cento giorni per protestare contro l’applicazione dell’articolo 41 bis del regolamento penitenziario, carcere duro, è lo Stato a dimostrare di aver perso la testa quando soprattutto per chi gestisce il potere sarebbe necessario il sangue freddo e la calma.

In un comunicato la radio scrive di “un provvedimento durissimo, un attacco che non riguarda solo la nostra emittente ma più in generale la libertà di informazione e che denota un accanimento repressivo-carcerario contro il detenuto di cui pare acclarato non si vogliano far conoscere le condizioni di salute sempre più critiche, unico oggetto delle interviste rilasciate dalla dottoressa Milia a Radio Onda d’Urto”. La cardiologa Angelica Milia inoltre all’emittente dell’area antagonista che trasmette con regolare autorizzazione del Tribunale di Brescia dal lontano 1985 ha detto le stesse cose riferite ad altri mezzi di informazione che l’avevano contattata.

Il capogruppo dell’alleanza tra Verdi e Sinistra Italiana Peppe De Cristofaro chiede al ministro Carlo Nordio di chiarire il divieto al medico di parlare con i giornalisti. L’eurodeputato della stessa formazione politica Massimo Smeriglio ha presentato una interrogazione urgente alla commissione Ue ipotizzando una violazione dei diritti di Cospito perché l’applicazione del 41 bis avvenuta dopo ben 6 anni dall’ultima condanna appare sbagliata e sproporzionata.

Anche De Cristofaro chiede al ministro Nordio di agire con urgenza rimuovendo immediatamente il regime di carcere duro. “Le sue condizioni di salute sono già gravi - aggiunge il parlamentare europeo - lo Stato non può lasciar morire un uomo che si batte contro un regime carcerario ingiusto”. Fonti del Dap negano la censura nei confronti della dottoressa Milia e fanno sapere che alla base del provvedimento ci sarebbe una “violazione delle prescrizioni previste dall’articolo 41-bis”. Lei si dice “allibita”:

“Io mi sono sempre limitata a esternare le condizioni di Alfredo da quando ha iniziato lo sciopero della fame, non mi sono mai pronunciata su quelle che sono le condizioni carcerarie nelle quali vive”. Intanto la difesa di Alfredo Cospito detenuto nel carcere di Sassari Bancali chiede di trasferire immediatamente il recluso in un altro istituto penitenziario dotato di un centro clinico. L’avvocato Flavio Rossi Albertini comunica di aver saputo dal medico di fiducia che le condizioni di Cospito stanno precipitando e che nel carcere dove si trova non troverebbe alcuna possibilità di cura o di un intervento salvifico della vita.

Anche i consigli comunali di Nuoro e di Torino chiedono una revoca del 41 bis senza entrare nel merito della vicenda giudiziaria facendo riferimento all’articolo 27 della Costituzione “che sancisce in modo inequivocabile che le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità”. Cospito ricordiamo sta scontando una condanna a 10 anni per il ferimento del manager dell’Ansaldo Nucleare Roberto Adinolfi. Il detenuto è inoltre in attesa che venga definita la pena per i pacchi bomba ai carabinieri di Fossano che non provocarono morti o feriti. La corte d’Assise di Appello di Torino si era rivolta alla Corte Costituzionale affinché si esprima sulla concessione delle attenuanti in relazione alla lieve entità dei danni.

La procura generale aveva chiesto l’ergastolo perché viene contestata un’azione contro la sicurezza dello Stato, mai utilizzata, neanche per le stragi di mafia. Anche Amnesty International con un tweet chiede allo Stato di rispettare gli obblighi di protezione del detenuto e di rispetto dei diritti umani tenendo conto delle dure condizioni del regime al quale è sottoposto. Alfredo Cospito dal 20 ottobre scorso digiunando ha perso 42 chilogrammi.

Prende qualche grammo di sale e di zucchero rifiutando anche gli integratori. Domani giovedì sarà nuovamente visitato dalla cardiologa che nel corso dell’ultimo incontro lo aveva sconsigliato di camminare durante le due ore d’aria giornaliere al fine di non sprecare energie. Cospito rischia per le condizioni in cui si trova di collassare da un momento all’altro. È questo il motivo per cui il legale chiede il trasferimento in un carcere dotato degli strumenti per salvargli la vita che l’anarchico sta mettendo a rischio non solo per tutelare i suoi diritti ma quelli degli altri quasi 800 detenuti italiani sottoposti al 41 bis.