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di Grazia Longo

La Stampa, 8 febbraio 2023

L’avvocato del 55enne manda il suo medico dio fiducia: “È in condizioni allarmanti”. Due cose sono assodate. Il governo monitora le condizioni di salute del terrorista anarchico Alfredo Cospito, da oltre 100 giorni in sciopero della fame, ma non cederà al suo ricatto e quindi non gli revocherà il 41 bis. Lo ribadisce a chiare lettere il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro, con delega al Dap, a margine di una visita al carcere di Perugia.

“È nostro dovere assicurargli le migliori condizioni di salute ed eventualmente trasferirlo in una clinica qualora degenerassero - afferma l’esponente di Fratelli d’Italia - Cospito è monitorato e quindi l’erogazione sanitaria c’è ed è costante. Ma sul 41 bis non arretreremo mai. Certo è che lo sciopero della fame, pur essendo un diritto, non può scardinare un sistema ereditato da Falcone e Borsellino per contrastare la criminalità organizzata”.

E la premier Giorgia Meloni incalza: “Lo Stato non può scendere a patti con chi lo minaccia, questo vale per la mafia ieri e per gli anarchici oggi”. Concorda anche il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi: “Lo Stato deve garantire la salute di ogni detenuto, ma deve garantire anche l’applicazione delle leggi senza favoritismi e senza eccezioni”. Intanto non si spegne la polemica su Andrea Delmastro e il vicepresidente del Copasir Giovanni Donzelli, sempre nel mirino delle opposizioni, che chiedono le loro dimissioni per l’uso improprio delle informazioni su Alfredo Cospito e gli attacchi ai dem.

Ma la presidente del consiglio respinge al mittente la sollecitazione di un passo indietro per i due suoi fedelissimi: “Non penso ci sia bisogno delle dimissioni. La Procura fa il suo lavoro e il ministero della Giustizia ha più volte detto che non erano documenti coperti da segreto. E mi pare che queste informazioni sensibili fossero già presenti suoi quotidiani. Io ho chiesto a tutti di abbassare i toni e questo vale anche e soprattutto per Fratelli d’Italia”. Nel frattempo Cospito verrà visitato sabato dal medico nominato dal suo difensore. Il consulente si recherà il prossimo 11 febbraio nel padiglione del Servizio assistenza intensificata del carcere di Opera. L’anarco-insurrezionalista è dimagrito di oltre quaranta chili e da alcuni giorni rifiuta di assumere anche gli integratori. Si mantiene solo con acqua e sale o zucchero. È controllato costantemente dal personale medico e al momento le sue condizioni non sono definite “allarmanti” al punto da dovere intervenire con un ricovero in una struttura ospedaliera e in particolare nel reparto di medicina penitenziaria del San Paolo a Milano. Nei giorni scorsi il suo difensore, l’avvocato Flavio Rossi Albertini, ha presentato una diffida al ministero della Giustizia e per conoscenza al Garante dei detenuti affinché, in caso di peggioramento delle condizioni di salute, non venga sottoposto alla nutrizione o a trattamenti forzati.

Intanto il 12 febbraio scadono i trenta giorni di tempo che il ministro della Giustizia ha per rispondere all’istanza di revoca del carcere duro avanzata dalla difesa. Trascorsi i termini, e in assenza di una risposta da parte di via Arenula, il ricorso viene considerato respinto. Escludendo colpi di scena, l’attenzione si sposterà quindi al 24 febbraio prossimo data in cui è fissata in Cassazione l’udienza che tratterà l’istanza avanzata dai legali dopo il no al reclamo contro il 41 bis dichiarato da Tribunale di Sorveglianza di Roma.