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di Cesare Giuzzi

Corriere della Sera, 25 febbraio 2023

L’anarchico resta al 41 bis nella stanza carceraria dell’ospedale San Paolo di Milano. Prevista la visita del medico di fiducia. La notizia che cambia tutto buca l’isolamento del 41 bis attraverso la televisione. Alfredo Cospito è nella sua stanza nel reparto carcerario dell’ospedale San Paolo. È chiuso qui da 15 giorni, e nell’ultima settimana le condizioni erano andate lentamente migliorando. Gli elettroliti nel sangue saliti a livelli “accettabili” e anche il peso aveva smesso di scendere. Ora però cambia tutto. E il rigetto della Cassazione è “una condanna a morte” secondo gli anarchici. Un destino che Cospito ormai si sente quasi addosso. La sua prima decisione dopo la sentenza è stata, di fatto, la conferma di quanto ripetuto finora: “Basta integratori, basta yogurt, stop a qualsiasi alimentazione”.

Il timore di un crollo fisico e psicologico - La sorveglianza intorno a lui s’è fatta, in qualche modo, ancora più stretta. Non è considerato un detenuto a rischio “suicidario” ma il timore per un calo fisico repentino, legato anche al rischio di un tracollo psicologico, c’è. Così, dopo che la matassa sembrava essersi districata con il parere favorevole del pg della Cassazione al rinvio ora tutto riprende a ingarbugliarsi e a al centro torna lo stato di salute del 55enne fondatore della Federazione anarchica informale. “Spero che qualcuno dopo di me continuerà la lotta contro il carcere duro”, ha detto dal suo letto del San Paolo, parlando di sé quasi al passato. Chi lo ha incontrato prima della sentenza lo ha trovato lucido, capace di reggere anche una discussione, anche se provato nel fisico da oltre quattro mesi di sciopero della fame.

Le conseguenze dello stop agli integratori - Ma la decisione di interrompere di nuovo gli integratori potrebbe avere conseguenze ancora più serie. “Dopo la lettura della requisitoria del pg Gaeta - ha detto l’avvocato Rossi Albertini -, pensavamo che il diritto potesse tornare ad illuminare questa buia vicenda. La decisione di questa sera dimostra che ci sbagliavamo”. Per i legali a pesare sul caso Cospito sono anche “la politica” e “l’opinione pubblica”.

La visita del medico - Sabato e domenica gli avvocati non potranno accedere nel reparto di medicina penitenziaria dell’ospedale. Quindi nessun incontro prima di lunedì. È invece possibile che Cospito venga visitato già sabato dal medico di fiducia Andrea Crosignani che lo segue dal suo arrivo a Opera il 30 gennaio. In queste settimane s’erano rincorse voci di un imminente trasferimento del 55enne nel reparto medico interno del penitenziario, proprio per i valori in lenta risalita. Ora questa prospettiva è del tutto esclusa.

Il ricorso pendente - Sulle sue condizioni di salute vigileranno i magistrati del Tribunale di sorveglianza di Milano, guidati da Giovanna Di Rosa. Cospito resterà al San Paolo, ma in attesa di cosa? C’è un ricorso ancora pendente al Tribunale di sorveglianza di Roma, ma i tempi sono lunghi. C’è poi la partita aperta alla Consulta sulle attenuanti per il reato di strage politica. Ma una data ancora non c’è. Da ultimo c’è il parere del Comitato nazionale per la bioetica, che però ha chiesto ulteriore tempo. Un tempo che i legali e i familiari dell’anarchico temono di non avere. Intanto fuori, nelle piazze, la situazione torna ad infiammarsi. Non a caso dopo la lettura del verdetto, per prima cosa è stata rafforzata la vigilanza di polizia e carabinieri intorno al San Paolo.