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di Mario Di Vito

Il Manifesto, 12 febbraio 2023

È al San Paolo di Milano su decisione del Dap dopo la visita del medico di parte, resta al 41 bis. Dalle 18.39 di ieri sera Alfredo Cospito non è più nel carcere di Opera, ma nell’ospedale San Paolo, sempre a Milano, in una delle camere destinate ai detenuti in regime di 41bis.

Il trasferimento è stato disposto “in via precauzionale” dal Dap, appena poche ore dopo la visita a Opera del medico di parte Andrea Crosignani. “I parametri tengono - ha detto il dottore dopo aver visto Cospito, che oggi raggiunge quota 115 giorni di sciopero della fame, rifiutando anche di assumere integratori -, ma è a rischio di edema cerebrale e aritmie cardiache potenzialmente fatali”. E ancora: “È lucido e cammina sulle proprie gambe. I parametri tengono ma basta poco perché la situazione precipiti senza dei segni particolari di allarme. Alfredo mi sembra determinato ad andare avanti sulla sua protesta, anche se ho cercato di convincerlo a riprendere il potassio per ridurre il rischio di queste aritmie”.

La situazione, dunque, prosegue sul filo del rasoio, e il trasferimento di Cospito in ospedale, sia pure solo a fini precauzionali, apre interrogativi di non poco conto su quello che dovrà essere il comportamento delle istituzioni qualora - o quando - la situazione andrà a peggiorare. Il ministro della Giustizia Carlo Nordio - che ha accompagnato il trasferimento dell’anarchico detenuto dicendo che “la salute viene prima di ogni altra cosa” - ha chiesto un parere al Comitato di Bioetica sulle disposizioni anticipate di trattamento che arrivano da un detenuto che, in modo volontario, abbia deciso di porsi in una condizione di rischio per la salute e che indichi il rifiuto o la rinuncia a interventi sanitari anche salvavita. Ovvero: cosa fare di Cospito se dovesse perdere conoscenza? Nel pieno delle sue facoltà, l’anarchico ha più volte dichiarato che rifiuta ogni forma di trattamento obbligatorio e questa sua posizione è da considerarsi valida qualsiasi siano le sue condizioni fisiche e facoltà intellettive.

A questo proposito, il presidente emerito della Consulta Giovanni Maria Flick si è detto “perplesso” dall’istanza presentata da Nordio. Questo sulla base della legge numero 219 del 2017 sulle disposizioni anticipate di trattamento. “Quella legge - spiega Flick - dice che una persona può rifiutare ogni trattamento sanitario anche se dal rifiuto può conseguire la morte”. Nordio, come già quando ha respinto le istanze della sua difesa e ha confermato formalmente il regime di 41 bis per Cospito, è alla continua ricerca di pareri tecnici che supportino quelle che, a tutti gli effetti, appaiono invece scelte politiche. Lo sottolinea ancora Flick: “La responsabilità è del ministro, non mi pare sia competenza del Comitato di Bioetica dirgli cosa fare”.

L’avvocato di Cospito, Flavio Rossi Albertini, dà per scontato che il suo assistito non arriverà vivo al 24 febbraio, giorno in cui la Cassazione dovrebbe dire la sua sul regime di 41 bis a cui è sottoposto. La corsa contro il tempo è serrata, ma la faccenda viene vista da Nordio come parte di una battaglia politica, con l’anarchico che “usa il suo corpo come un’arma” per “orientare le iniziative di lotta della galassia anarco-insurrezionalista”. In questo senso, dunque, lo sciopero della fame sarebbe stato studiato “per finalità ideologiche”.

Intanto, ieri a Milano, un corteo anarchico in solidarietà a Cospito e contro il 41 bis è finito con sette persone portate in questura per essere identificate. La manifestazione, che ha visto la partecipazione di circa 500 persone, era partita da piazza XXIV Maggio e, all’altezza di via Sabotino, ha visto un primo momento di tensione con le forze dell’ordine. Due lacrimogeni sono stati lanciati sulle prime file del corteo, poi sono seguite alcune cariche. Il percorso del corteo, blindato dall’ingente presenza di agenti in assetto antisommossa, ha visto gli anarchici sfilare in un’atmosfera quasi spettrale, frutto dei negozi sbarrati per paura di eventuali danneggiamenti. Una filiale del Credit Agricole è stata danneggiata. In Spagna, a Barcellona, è stato arrestato il presunto responsabile dei danni al consolato italiano di qualche giorno fa. Si tratterebbe di un uomo di nazionalità italiana parte di un gruppo già sospettato di aver dato fuoco a un furgone della polizia nel 2021.