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di Elisa Calamari

La Provincia di Cremona, 8 novembre 2023

Detenuti e famigliari in ansia: “Situazione a rischio”. Garante e direttrice: “Incentiviamo le attività rieducative”. Carcerati e famigliari preoccupati per le novità detentive che scatteranno fra pochi giorni e che riguarderanno le celle: “Chiuse per 20 ore e dunque senza la possibilità di muoversi lungo i corridoi attigui”, lamentano. Ma dalla direzione di Cà del Ferro viene precisato che lo scopo è incentivare le attività rieducative.

A segnalare il cambiamento imminente è in particolare la madre di uno dei carcerati: “Fino ad ora, presumo per consuetudine, le celle venivano lasciate aperte lasciando così la possibilità di fare due passi senza restare chiusi, in un ambiente che è sempre più stretto in considerazione del fatto che spesso ci sono addirittura quattro detenuti per stanza - spiega -. La chiusura significherà invece 20 ore su 24 bloccati all’interno: le ore d’aria sono due al mattino e due al pomeriggio. La preoccupazione nasce anche e soprattutto dal fatto che lasciare quattro persone in uno spazio così ristretto può scaldare gli animi, provocare reazioni e quindi disordini”. Quando ha chiesto spiegazioni, la donna si è sentita rispondere che le modifiche porteranno con sé anche una intensificazione della proposta rieducativa: “Parlano di più corsi, ma ad oggi mi risulta che quello di inglese, tanto per fare un esempio, sia ridotto a sole due ore a settimana”.

Interpellata sulla questione Ornella Bellezza, garante provinciale dei diritti delle persone private della libertà personale, spiega di avere a sua volta ricevuto segnalazioni da famigliari di detenuti. “La novità parte da una circolare nazionale dell’anno scorso, applicata già in altre carceri italiane e della Lombardia - spiega - e che ora è in arrivo anche a Cremona. Si tratta dunque di un adeguamento rispetto a quanto previsto dal dipartimento centrale e la motivazione è da ricercare in una nuova e maggiore attività trattamentale, che prevede effettivamente anche i corsi”. Lo conferma Rossella Padula, direttrice di Cà del Ferro, che chiarisce: “Siamo di fronte ad una direttiva ministeriale, che dunque non riguarda solo Cremona, e che al contrario di quanto è stato percepito da carcerati e parenti ha come scopo quello di incentivare le uscite per attività trattamentali. Entrata e uscita dalle celle, dunque, sarà legata a queste ultime. E questo allo scopo di invogliare i detenuti a prendervi parte”.