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di Elisa Calamari

laprovinciacr.it, 18 agosto 2023

A Cà del Ferro estate difficile. Ipotizzato l’uso di edifici demaniali per ospitare i reclusi meno pericolosi. La situazione esplosiva che si registra in tutte le carceri italiane, tra sovraffollamento e problemi di sicurezza lamentati dalla Polizia penitenziaria, continua a riguardare anche la casa circondariale di Ca’ del Ferro, diretta da Rossella Padula.

Stando all’ultimo report del ministero (aggiornato al 31 luglio), a Cremona a fronte di una capienza regolamentare di 394 detenuti ne sono invece presenti 535 (una sola donna, 352 stranieri). Quindi ben 141 in più. Erano 460 il 31 maggio, dunque la crescita degli ultimi due mesi è stata costante.

Più in generale in Lombardia si registra il maggior numero di detenuti rapportato al più basso numero di agenti: un tasso di sovraffollamento medio del 135% (quello italiano è 121%) con il record negativo nelle carceri di Varese, Como e Brescia. In Italia ci sono almeno 10mila detenuti in più rispetto ai posti effettivamente a disposizione, da qui gli allarmi lanciati dai sindacati della polizia penitenziaria - Sinappe e Uspp Lombardia in primis - che in merito a Ca’ del Ferro segnalano l’introduzione della quarta branda nelle celle e una carenza di organico legata anche a trasferimenti. I sindacati contano di parlarne nuovamente anche con il Provveditore dell’amministrazione penitenziaria lombarda, Maria Milano, per arrivare a soluzioni condivise.

Nel frattempo, proprio quest’ultima pochi giorni fa ha scritto ai direttori dei 18 istituti della regione, Cremona compresa, facendo riferimento anche ai recenti casi di suicidio: nelle carceri italiane nel 2022 si sono tolti la vita in 85 e quest’anno siamo già a quota 44.

“Dalla lettura di eventi critici recentemente occorsi - ha scritto Milano - è emerso, in talune circostanze, un utilizzo improprio dei mezzi di coercizione fisica. In particolare, è stato rilevato l’uso delle manette all’interno delle sezioni detentive”. Immediata la replica di Uspp tramite il presidente Giuseppe Moretti: “La legge prevede che l’uso delle manette sia addirittura obbligatorio in relazione alla pericolosità del soggetto e al pericolo di fuga”.

E ancora: “La nota non solo sembra non tenere conto delle ragioni poste alla base del ricorso a tale dispositivo, ma non considera neanche chi sta per licenziare il nuovo ‘modello operativo’ che potrebbe o dovrebbe comprendere, tra le regole d’ingaggio, anche l’uso delle manette ai polsi”.

Per fare fronte a tutte queste problematiche, a partire proprio dal sovraffollamento che è considerata una delle cause principali delle altre criticità, il ministro Carlo Nordio ha proposto l’utilizzo di edifici demaniali (per lo più caserme dismesse) per trasferire e ospitare i detenuti meno pericolosi. Strutture simili ci sono anche nel Cremonese, ma è difficile pensare possano essere utilizzate senza prima massicci interventi di ristrutturazione.