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di Chiara Savignano

Gazzetta di Mantova, 6 giugno 2022

Nella notte tra venerdì e sabato alcuni detenuti, per protestare contro la sospensione della somministrazione di un farmaco a tossicodipendenti e soggetti con disturbi psichiatrici, hanno dato fuoco ai materassi.

Rivolta, nella notte tra venerdì e sabato scorsi, nel carcere di Cremona dove alcuni detenuti, per protestare contro la sospensione della somministrazione di un farmaco a tossicodipendenti e soggetti con disturbi psichiatrici, hanno dato fuoco ai materassi. Il fumo che rapidamente ha invaso molte celle ha costretto vigili del fuoco e polizia penitenziaria ad evacuare 80 detenuti per poi intervenire a spegnere le fiamme e mettere in sicurezza l’intero carcere.

A gestire la rivolta è stata la direttrice del carcere di Mantova, Rossella Pasquini Peruzzi, chiamata in tutta fretta a Cremona in quanto la direttrice della casa circondariale, Rossella Padula, al momento dello scoppio dell’incendio, si trovava a Roma per un impegno istituzionale che l’ha bloccata nella capitale per tutta la giornata di venerdì. Va detto che la casa circondariale di Cremona, già nei giorni scorso era stata teatro di disordini provocati dai detenuti, con aggressioni alle guardie carcerarie e altre fiamme che avevano provocato intossicazioni tra i carcerati.

Il problema sembra essere originato dalla sostituzione di un farmaco con un altro. Già da alcuni mesi, la sanità penitenziaria, ha deciso di sostituire il Lyrica - farmaco in compresse per il dolore neuropatico che i detenuti hanno imparato a scaldare per assumerlo in polvere sniffandolo come fosse cocaina, con gli stessi effetti - con un altro medicinale, il Gabapentin che ha le stesse indicazioni ma anche se non assunto correttamente non provoca alterazioni. Solo che nel carcere di Cremona è probabile che alcuni detenuti non avessero fatto la terapia a scalare prima di sospendere il Lyrica e così c’è stata la protesta sfociata negli incendi. “Questa circostanza è stata vissuta male dai detenuti che hanno inscenato la manifestazione violenta - ha spiegato a Radio24 Rossella Pasquini Peruzzi - Ora la situazione è sotto controllo. Già da aprile, mi ha detto il dirigente sanitario, si è iniziato a informare i detenuti che ci sarebbe stata questa sostituzione del farmaco e che avrebbero anche iniziato con una procedura a scalare”. Il problema del Lyrica, prosegue Pasquini Peruzzi, “è che viene assunto in compresse per bocca ma i detenuti ne fanno un uso inappropriato e, quindi, la sniffano con gli effetti tipici della cocaina, effetti altamente eccitanti”.

Quella di sostituire il Lyrica “è stata una decisione presa proprio a tutela della salute dei detenuti, perché è un farmaco pericoloso nel caso in cui se ne fa un uso diverso da quello che deve essere fatto”, sottolinea la direttrice Pasquini Peruzzi. “Queste medicine non sempre vengono assunte dalle persone che ne sono destinatarie”.