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di Tonia Mastrobuoni

La Repubblica, 9 marzo 2022

La procura federale ha aperto un’indagine per le azioni commesse dalle truppe di Putin in piena violazione del diritto internazionale. Avviata un’inchiesta anche in Spagna.

La Germania sfida nuovamente i criminali di guerra; dopo i clamorosi processi contro gli aguzzini siriani di Assad e le condanne ai militanti dell’Isis colpevoli di genocidio degli yazidi, le corti tedesche preparano una nuova Norimberga, stavolta contro i russi. La procura federale ha aperto un’indagine per le mostruosità che le truppe di Vladimir Putin stanno commettendo in Ucraina in piena violazione del diritto internazionale. Il capo dei magistrati tedeschi, Peter Frank, sta raccogliendo testimonianze sulle bombe a grappolo lanciate sulle città ucraine e sugli attacchi a infrastrutture e abitazioni civili, a ospedali, gasdotti, a un sito di stoccaggio per materiale radioattivo e a una centrale termica. Ma Frank ha espresso il timore che la lista delle atrocità si allungherà, nelle prossime settimane.

Nelle mani degli inquirenti tedeschi sarebbe finita anche una “lista nera” di alti funzionari ucraini, compreso il presidente Volodymyr Zelensky, che i soldati russi e le milizie cecene avrebbero avuto l’incarico di assassinare. Lo stesso Zelensky aveva rivelato la scorsa settimana di essere “l’obiettivo numero uno” dei sicari di Putin. E i magistrati tedeschi indagano sui mandanti e i potenziali esecutori.

Nelle cosiddette “indagini strutturali” gli inquirenti raccolgono in una prima fase le prove dei crimini commessi. E saranno preziosissime le testimonianze dei profughi ucraini che stanno arrivando a decine di migliaia dalle zone di guerra: in Germania ne sono arrivati quasi 60mila. Solo in un secondo momento gli inquirenti formuleranno accuse mirate contro i sospetti criminali di guerra.

Tante denunce che stanno arrivando alla procura generale riguardano Vladimir Putin, ma finché non ci sarà un cambio di regime, il dittatore russo non potrà essere arrestato perché gode dell’immunità presidenziale. Se durante le indagini della magistratura tedesca le accuse contro determinati criminali di guerra si riveleranno fondate, la procura spiccherà un mandato di arresto internazionale. In Germania non esiste il processo in contumacia: gli inquirenti dovranno aspettare di catturare i sospetti criminali per metterli alla sbarra. Ma se metteranno piede in qualsiasi Paese che ha accordi di cooperazione giudiziaria con la Germania, scatteranno le manette.

Il precedente storico più famoso resta quello di Augusto Pinochet. Il dittatore cileno che si era macchiato di repressioni, persecuzioni, torture di massa e delle peggiori violazioni dei diritti umani durante i diciassette anni del suo regime sanguinario, fu arrestato nel 1998 a Londra grazie a un mandato di arresto spagnolo. Il magistrato Baltasar Garzón lo aveva condannato per “genocidio” e “terrorismo”, in particolare contro cittadini spagnoli perseguitati tra il 1973 e il 1983. Pinochet era a Londra per farsi curare in un ospedale inglese e pensava di essere al riparo dalla magistratura in virtù del suo passaporto diplomatico. Una pia illusione. Ma la magistratura spagnola è in prima linea anche oggi: la procuratrice generale Dolores Delgado ha annunciato l’apertura di un’inchiesta sui crimini commessi durante l’invasione russa dell’Ucraina. Il primo obiettivo è quello di raccogliere quante più prove possibile, per poi decidere se l’azione penale si dovrà sviluppare in Spagna o se tutta la documentazione dovrà essere trasferita alla giustizia internazionale.

C’è un giudice a Berlino: il Paese guidato da Olaf Scholz diventando un luogo di speranza per molti perseguitati delle guerre e dei regimi più atroci del mondo. A Coblenza, ad aprile nel 2020 è cominciato il primo processo al mondo contro le torture del regime siriano di Bashar Assad, basato sulle testimonianze di numerose vittime fuggite in Germania durante la guerra civile. Anche alcuni aguzzini erano scappati in Germania e sono finiti dunque sotto processo. Le condanne, per ora, sono due. Si tratta di due ex funzionari dell’apparato di sicurezza siriano: Anwar Raslan è stato condannato all’ergastolo a gennaio del 2022; Eyad al Gharib, un pesce più piccolo dell’apparato del terrore di Assad, è stato punito a febbraio del 2021 con quattro anni di carcere. Ma altri processi simili sono in corso.

In base al diritto internazionale, i tribunali tedeschi hanno anche processato alcuni ex terroristi dell’Isis che si erano macchiati di genocidio contro gli yazidi. Anche in questo caso i tedeschi hanno stabilito un primato. A novembre del 2021 il tribunale regionale di Francoforte ha condannato un militante islamico all’ergastolo per aver ridotto in schiavitù e fatto morire di sete in Iraq una bambina yazida di cinque anni, Rania B., dopo averla tenuta per ore in atroci condizioni. Per Amal Clooney, che difende le donne yazide perseguitate dai militanti dell’Isis il giorno del verdetto è stato “il momento che gli yazidi aspettavano. Finalmente un giudice, dopo sette anni, ha dichiarato che ciò che hanno sofferto è genocidio”. E ora, ha aggiunto, “nessuno lo può più negare - l’Isis è colpevole di genocidio”.