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di Simona Musco

Il Dubbio, 21 aprile 2022

Cartabia elimina il sorteggio dei distretti e torna al testo originario L’Anm apprezza, ma Iv tuona: “Emendamento calato dall’alto”.

Si allungano i tempi per la riforma del Csm. Che arriverà in aula questa mattina con un testo diverso da quello licenziato dalla Commissione Giustizia, dopo la decisione della Lega di ritirare l’emendamento sui sorteggi dei collegi, costringendo il governo a tornare al sistema iniziale.

Il tutto mentre si attende l’ok della commissione Bilancio, che ha inviato 60 pagine di segnalazione al ministero e che ora dovrà dare il proprio parere sulla congruità economica della riforma, dopo le risposte di via Arenula. Stop, questo, che sarebbe bastato da solo a decretare il rinvio ad oggi: sarebbe stato impossibile, infatti, cominciare ieri sera l’esame dei 220 emendamenti presentati, tra i quali figurano i 55 di Italia Viva e i cinque della Lega.

Ma ai dubbi sulla copertura economica si aggiunge anche la decisione della ministra Marta Cartabia di rivedere l’ipotesi di sorteggiare i distretti elettorali, presa mentre era in corso il Comitato dei nove, incaricato di svolgere il primo esame degli emendamenti: la Guardasigilli ha infatti proposto di fare un passo indietro e tornare al sistema maggioritario binominale con correttivo proporzionale, da un lato per far fronte alla difficoltà oggettiva di sorteggiare i distretti, sistema che avrebbe comportato l’abbinamento di collegi diversi sia per grandezza che per posizionamento geografico, dall’altra perché tra gli emendamenti presentati dalla Lega - tutti attinenti alle proposte referendarie - compare anche il sorteggio temperato, che prevede l’estrazione a sorte dei candidati da votare.

E ad insistere per questo emendamento è stata la senatrice Giulia Bongiorno, promotrice originaria della proposta sul sorteggio dei collegi e infastidita dalle modifiche apportate dal ministero, che ha optato per l’estrazione a sorte dei distretti di Corte di Appello. Da qui il passo indietro della Lega, che ha dunque riproposto il sorteggio temperato più volte invocato non solo dall’opposizione, ma anche da Forza Italia e Italia Viva. “La riforma non risolve i gravissimi problemi del Consiglio superiore della magistratura ha commentato Bongiorno -. Consapevoli dei limiti del provvedimento, abbiamo proposto varie soluzioni che però sono state sistematicamente annacquate. Con spirito costruttivo proveremo ancora a migliorare il testo, pur coscienti che altre forze frenano il cambiamento. Una riforma troppo circoscritta e che cambia poco conferma quanto siano essenziali per voltare pagina i referendum sulla Giustizia”. Al testo Cartabia si tornerà attraverso un emendamento della Commissione giustizia da presentare in Aula, senza quindi riapertura dei termini per i subemendamenti.

I collegi, secondo la nuova versione, saranno determinati con decreto del Guardasigilli, sentito il Consiglio superiore della magistratura, emanato “almeno quattro mesi prima del giorno fissato per le elezioni, tenendo conto dell’esigenza di garantire che tutti i magistrati del singolo distretto di Corte d’Appello siano inclusi nel medesimo collegio e che vi sia continuità territoriale tra i distretti inclusi nei singoli collegi, salva la possibilità, al fine di garantire la composizione numericamente equivalente del corpo elettorale dei diversi collegi, di sottrarre dai singoli distretti uno o più uffici per aggregarli al collegio territorialmente più vicino”.

Si tratterebbe dell’unica modifica rispetto al testo approdato giorno 19 in Aula. “Tutti abbiamo condiviso la valutazione che il sorteggio delle Corti d’Appello nella formazione dei collegi avrebbe portato l’effetto di rafforzare il peso delle correnti, anziché diminuirlo - ha commentato il relatore Eugenio Saitta (M5S) -. Infatti un magistrato che si candida ed ha come elettori colleghi che neanche lo conoscono conduce inevitabilmente ad appoggiarsi alle correnti”. Ma a protestare è ancora una volta Italia Viva, secondo cui “viene calato dall’alto un emendamento della Commissione che propone che sia lo stesso ministro della Giustizia a formare i collegi elettorali”, ha sottolineato il deputato Cosimo Ferri. Per il presidente della Commissione giustizia Mario Perantoni (M5s), invece, il ritorno al testo Cartabia rappresenta “la soluzione migliore”.

E soddisfatto è anche il deputato di Azione Enrico Costa, che ricorda come “lo scorso 1 aprile avevo dichiarato che il sorteggio dei collegi elettorali sarebbe stato un gigantesco boomerang, in quanto avrebbe rafforzato le correnti e quei magistrati che, grazie alle inchieste mediatiche, hanno popolarità su scala nazionale, mentre chi lavora in silenzio non avrebbe avuto alcuna chance. Saluto quindi con apprezzamento il passo indietro su questa norma, che consente di ristabilire un ordinato meccanismo elettorale”. Ma non solo: il passo indietro di Cartabia fa contenta anche l’Anm, che il 30 aprile deciderà se proclamare lo sciopero come forma di protesta contro la riforma.

Era stato lo stesso Perantoni ad invitare i colleghi ad ascoltare le ragioni del sindacato delle toghe, che ora segna un punto a proprio favore. “Il sorteggio dei collegi - ha dichiarato il presidente Giuseppe Santalucia - lo avevamo criticato perché andava in senso esattamente contrario a quello di favorire il rapporto di conoscenza fra elettori e candidati al Csm, quindi questo emendamento della commissione Giustizia che ripristina un decreto del ministro legato a un principio di contiguità territoriale nella formazione dei collegi va incontro al significato delle critiche che avevamo mosso. Avevamo messo insieme più profili critici, non solo questo ha concluso -, ma aspettiamo di conoscere il testo finale licenziato dalla Camera prima di fare una previsione”.