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di Giulia Poetto

La Stampa, 24 marzo 2024

La discussione delle tesi è avvenuta nella casa di reclusione di Saluzzo. Alla cerimonia presente anche il magistrato del Tribunale di sorveglianza. Da ieri nella Casa di Reclusione “Rodolfo Morandi” di Saluzzo ci sono tre nuovi dottori in Scienze politiche e sociali. Agostino, Camillo ed Emilio sono i primi detenuti ad aver concluso il corso di laurea triennale in Scienze politiche e sociali del polo universitario per studenti detenuti dell’istituto.

Lo hanno fatto discutendo la tesi in una cerimonia che al pieno rispetto delle regole e dei riti - l’agitazione dei candidati, le corone di alloro, i confetti rossi, il rinfresco, a cura della cooperativa sociale Voci Erranti - ha abbinato una riflessione sul ruolo e l’importanza dell’istruzione in carcere e sulla sua finalità rieducativa.

Dai 4 studenti dell’avvio del progetto dell’Università di Torino a Saluzzo nell’anno accademico 2019/2020 la crescita degli iscritti è stata costante: nell’anno accademico in corso sono 32 gli studenti, con il Dams a fare la parte del leone. Quello di ieri è stato un traguardo importante per tutta la comunità - carceraria, accademica, saluzzese - come sottolineato nei vari interventi. “C’è gratitudine per le tante anime che hanno reso possibile questo risultato e per i detenuti, che non hanno ceduto alla disperazione e all’animosità, ma hanno pensato a ricostruirsi dall’interno”, ha detto Paolo Allemano, garante delle persone private della libertà personale del Comune di Saluzzo. Franco Prina, delegato del rettore dell’Università di Torino per il polo studenti detenuti, ha ricordato che “l’Università contribuisce a rendere possibile il perseguimento dell’obiettivo “rieducativo” delle pene, offrendo una opportunità di crescita personale e culturale anche a persone spesso condannate a pene lunghe”. Sulla funzione rieducativa del carcere ha insistito anche Elisabetta Piccinelli, magistrata del Tribunale di sorveglianza di Cuneo: “La cultura rende liberi, permette di andare oltre i muri di cinta. Auguro ai neo dottori che questa laurea sia una nuova primavera”. La sua presenza non è passata inosservata: “È la prima volta dal 2014 che sento parlare in carcere un magistrato del Tribunale di sorveglianza”, ha osservato Bruno Mellano, garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà della Regione Piemonte.

Poi spazio ai candidati: Agostino ha discusso una tesi dal titolo “Criminalità ambientale. Un approfondimento sulla ex Ilva di Taranto”, Camillo un elaborato su “Antropocene e crisi ecologica. Una transizione è possibile”, Emilio un lavoro su “Il futuro dell’Antropocene. Crisi ecologica e forme di giustizia ambientale”.