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di Mattia Chiusano

La Repubblica, 31 maggio 2022

“Ho detto che mi piacerebbe vedere una donna nera, con la giusta preparazione, che conduce un Tg. Le risposte non si sono fatte attendere: mi hanno minacciata, scrivendomi che devo essere grata del fatto di non essere stata picchiata, di non aver subito violenza in questo Paese”.

La voce di Danielle Frédérique Madam arriva limpida dal campo di allenamento di Pavia, dove si sta preparando nel lancio del peso, specialità in cui ha vinto cinque titoli italiani juniores. Qualche anno fa divenne famosa, lei figlia di genitori del Camerun, cresciuta in Italia a partire dalla terza elementare, per aver vinto un campionato senza poter avere una chance azzurra, lungo un cammino di diciassette anni per ottenere il passaporto italiano. Lo scorso anno ha accompagnato la vittoria dell’Italia di Mancini come conduttrice di Notti Europee su Rai 1. Quest’anno è diventata testimonial di Amref per il lancio del rapporto sull’Africa Mediata, sottolineando in un’intervista all’Huffington Post che non c’è spazio per gli italiani di seconda generazione nei media. Da quel momento, sui suoi canali social si è scatenata la parte più selvaggia del Paese. “Un Paese che io amo, e che ho l’orgoglio di rappresentare nonostante quel che mi sta succedendo, e la lunga attesa per il passaporto che mi è costata anche l’ingresso nei gruppi militari”.

Danielle Madam, la sua vita non è mai stata semplice...

“Mia madre mi ha spedita piccola in Italia, da uno zio che viveva qui, per salvarmi da una sanguinosa faida familiare. Dalle suore ho imparato il pavese, di cui vado fiera, e che tanto utile mi è stato per parlare coi vecchietti quando lavoravo come cameriera in un bar”.

Anche di questo sembra orgogliosa...

“Assolutamente sì. Ho lavorato anche come donna delle pulizie e non lo nascondo, perché mi ha permesso di pagare gli studi: mi sto laureando in comunicazione, innovazione e multimedialità a Pavia. Per la tesi ho scelto come tema la rappresentazione della seconda generazione sui media italiani”.

La scintilla che ha scatenato gli haters...

“Ho approfondito il report che Amref ha fatto in collaborazione con l’Osservatorio di Pavia: si capisce come venga rappresentata poco e male l’Africa, attraverso stereotipi, il vucumprà, il ladro, il disonesto, mentre la donna viene associata ai lavori più umili. Nel cinema ragazze di seconda generazione mi dicono di non ricevere mai offerte per ruoli principali, si parla soprattutto di parti come prostituta. E pensare che ci sono plurilaureati, medici, ingegneri”.

Ha paura?

“Certo non fa piacere ricevere minacce, sentir parlare di fortuna nel non essere stata picchiata, essere invitata a tornare nel proprio Paese (che è l’Italia, lo sapete?). Al tuo Paese mettono bianche al Tg? mi hanno pure chiesto. Non mi sono mai confrontata con tanto odio. Diamo un nome a questa cosa: si chiama razzismo”.

C’è un problema Italia?

“Me lo chiedo sempre, e la risposta che mi do è la mediatizzazione della seconda generazione. Impiegati di banca, chimici, infermieri, ma non hanno nessuna rappresentazione in tv. Quando appaiono, sono ladri, o emarginati di periferia”.