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di Adriana Pollice

Il Manifesto, 13 agosto 2022

Intervista a Aboubakar Soumahoro, candidato di Sinistra italiana ed Europa verde alle prossime politiche. “Voglio dare rappresentanza politica agli invisibilizzati. La Carta Costituzionale deve materializzarsi nel miglioramento degli esseri viventi in termini di dignità e felicità intesa come felicità collettiva”.

Dopo una ventennale militanza nell’Usb, Aboubakar Soumahoro due anni fa ha dato vita alla Lega Braccianti ed è portavoce della comunità Invisibili in Movimento. Alle politiche si presenta nella lista composta dall’alleanza tra Europa Verde e Sinistra Italiana.

Sui social ha spiegato i motivi per cui partecipa al voto: “Dobbiamo fare respirare nel Paese reale gli ideali della nostra Costituzione, specialmente gli articoli 1 e 3”...

Bisogna dare corpo, anima, fisicità a quegli articoli. Serve un Piano nazionale per il lavoro che si occupi della prevenzione degli infortuni, un dramma e una vergogna per la nostra comunità. Un piano capace anche di creare attività lavorative sia aumentando gli impieghi salariati sia lasciando la possibilità alla creatività delle persone di aprire nuovi spazi. Soprattutto, serve il salario minimo legale, al di sotto del quale non si può e non si deve lavorare. Vogliamo parlare degli oltre 4 milioni che percepiscono una paga da fame? Spesso sono donne, sono giovani e sono lavoratori migranti. Serve un piano nazionale per la tutela delle persone e dell’ambiente, sto pensando a Taranto. Ma anche a Napoli dove la Whirlpool, ora chiusa, in quel quartiere rappresentava un presidio di resistenza contro l’illegalità.

L’obiezione è che così si mina l’attività sindacale...

Non sono d’accordo, non viene meno lo spazio di agibilità sindacale, che deve restare all’apice dell’azione di tutela e promozione del lavoratore. Ma non si possono chiudere gli occhi difronte a chi si spacca la schiena per un salario minimo, parlo di camerieri, rider. Non possiamo constatare un dato di fatto senza mettere in campo iniziative di prevenzione e accompagnamento, capaci di far germogliare un tessuto sociale, economico, culturale che veda il riconoscimento della dignità del lavoro e della persona. Si tratta di dipendenti, persone costrette alla partita Iva, di chi è sfruttato dalle piattaforme della gig economy, le attività di cura domestica fino a chi come Beauty è stata picchiata per aver chiesto la paga che le spettava. Eppure quello del commercio è un settore dove i contratti nazionali ci sono. Il mondo del precariato è diventato una dimensione esistenziale inghiottita dal lavoro povero.

Come attuare l’articolo 3?

La Costituzione non può essere un oggetto da appoggiare sul comò. L’articolo 3 è bellissimo: è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli che impediscono lo sviluppo della persona umana. Bisogna approvare la legge per il Reddito di esistenza, un reddito cioè non subordinato all’attività lavorativa. Solo così fermiamo lo sfruttamento e impediamo che le persone siano risucchiate nella condizione di bisogno cronico. Sono le cose che propongo da subito. Se la politica non dà una prospettiva concreta a questi temi, saremo destinati ad assistere a un divorzio sentimentale, linguistico e di contenuti tra politica e popolazione. Materializzare la speranza significa essere in grado di dare la prospettiva di pagare l’affitto, non costringere i pendolari a viaggiare in condizioni orribili. Se non ci si cala nel fango della miseria quotidiana non si capiscono le ragioni di chi dice vogliamo lavorare ma avendo un lavoro sano, che non sia espressione di sfruttamento e neppure comporti la rinuncia all’aria che respiriamo perché non rispetta l’ambiente.

Ci sono filiere organizzate sullo sfruttamento degli invisibilizzati...

Nessuno nasce invisibile ma sono i processi delle dinamiche economiche, politiche, culturali, sociali (inseriti in una logica olistica) che portano al non riconoscimento dell’altro, laddove l’altro rivendica diritti, dignità, tutele. Esseri viventi, ambiente, si viene invisibillizzati. Nell’agroalimentare si è andati avanti convinti che dietro al cibo non vi siano processi che partono dai semi fino alla tavola, nel mezzo ci sono contadini, braccianti, operai agricoli, autotrasportatori, facchini, cassieri, rider, cuochi, consumatori. Per dare dignità a chi opera nel settore serve la Patente del cibo, per recuperare il gusto del sapore etico. Per stabilire quanto è buona la pizza devo sapere come è stata sfornata. Sarà buona quando chi ha lavorato avrà visto riconosciuti i propri diritti.

Nel titolo di Libero è stato definito “l’ivoriano”...

Cosa vuol dire, cosa si sottintende? Porto sul mio corpo oltre 20 anni di lotte. Cosa vuol dire l’italiano, il napoletano, il calabrese? Cosa vuol dire il meridionale, cosa si sottintende? A questo il direttore Sallusti dovrebbe rispondere. Il mio obiettivo è essere la voce degli oppressi per l’orientamento sessuale, oppressi perché vengono da una certa area geografica. Voglio fare in modo che abbia rappresentanza politica questo mondo fatto anche dai nostri emigranti, che non hanno avuto il diritto di restare avendo avuto solo la prospettiva della fuga, bambini nati in Italia ancora senza cittadinanza. Giovani obbligati a fare stage gratuiti o a lavorare al di fuori delle loro mansioni e degli orari. Precari invisibilizzati, inclusi insegnanti, infermieri, addetti alle pulizie, disoccupati, studenti, ricercatori, giornalisti freelance e lavoratori delle consegne, della ristorazione, del turismo, dello spettacolo e arti. La Costituzione deve materializzarsi nel miglioramento degli esseri viventi in termini di dignità e felicità intesa come felicità collettiva.