sito

storico

Archivio storico

                   5permille

   

di Michela Marzano

La Stampa, 1 aprile 2022

“Ciò che tu hai scoperto con orrore, risulta poi essere la semplice verità”, scrive Elias Canetti ne “La provincia dell’uomo”. La frase mi torna in mente mentre ascolto Lino, l’autista che mi accompagna a Fiumicino quando, dopo essere stata a Roma a trovare i miei genitori, prendo un aereo per tornare a Parigi.

Domenica scorsa, portandomi in aeroporto, Lino mi ha confessato di essere rimasto inorridito di fronte al racconto di una donna che, qualche giorno prima, era rientrata dalla Moldavia. La donna gli aveva detto che sono tantissime le ragazze ucraine che, in queste settimane, rischiano di finire nelle mani dei trafficanti. Gli aveva mostrato alcune foto scattate a Palanca, un piccolo comune al confine con l’Ucraina dove ogni giorno, da oltre tre settimane, arrivano migliaia di persone in fuga dalla guerra.

Gli aveva raccontato che ci sono decine di uomini che aspettano alla frontiera queste giovani donne con in mano un cartello: “Transfert gratuiti”. Uomini che passano ore accanto a squallidi pulmini, scrutando le ragazzine che fanno la fila insieme agli altri profughi. Uomini con la sigaretta in bocca che gridano “siamo qui per aiutarvi”, mentre i volontari della Croce Rossa si sgolano a ripetere che nessuno deve allontanarsi dalla fila: “Restate tutte e tutti insieme!”, “Non vi fidate!” “Fate attenzione!” Uomini senza scrupoli che non esitano ad approfittare della vulnerabilità e della buona fede di chi, stremato dalla fame, dalla stanchezza e dalla paura, è pronto a credere a qualunque menzogna. “Ma com’è possibile?” Mi ha chiesto Lino. “Come definirebbe, lei, persone di questo tipo?”

Chi si occupa da tempo di rifugiati e guerre, sa bene che, ogniqualvolta si vive un’emergenza umanitaria, oltre ai gesti di grande solidarietà si moltiplicano anche le storie brutte di adescamenti e sfruttamento. C’è chi trova le crepe, ci si infila dentro, e abusa delle persone più fragili. Come ha recentemente spiegato Klaus Vanhoutte, il direttore di Payoke, una ONG belga che si occupa delle vittime del traffico di esseri umani: “Quello che sta avvenendo in Europa è un sogno per i trafficanti di persone. Stai lì sola con i tuoi figli, non hai dormito per quattro notti e speri di scappare. Tutto quello che vuoi è riposo, sicurezza e cibo”.

In momenti come questi, si cede facilmente alle proposte di aiuto e alle promesse, anche quando di aiuto non ce ne sarà affatto, anzi, sarà solo l’inizio di un nuovo calvario. Soprattutto perché si cade nelle trappole tese da chi, senza scrupoli e senza pietà, strumentalizza la paura e la sofferenza altrui. Persone prive di compassione e mosse unicamente dalla bramosia che non esitano a ridurre in schiavitù chi non ha altra colpa se non quella di sperare in una vita migliore. Delinquenti, criminali, bastardi. Non trovo altro modo per definire questo tipo di persone. Che ci costringono a fare i conti con la cattiveria, quella vera. Quella che, ogni volta, scopriamo con orrore. E che, però, non è altro che una delle tante verità della natura umana.