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L’Unità, 21 giugno 2023

Dopo la campagna promossa da Ristretti Orizzonti, Conferenza nazionale volontariato e giustizia e Sbarre di Zucchero per il mantenimento (dove ancora ci sono) o il ripristino di più telefonate dei detenuti ai loro familiari, è stata presentata una interrogazione parlamentare al Ministro della giustizia, come recita il testo, “per sapere quali iniziative urgenti intenda assumere il Ministro interrogato al fine di contrastare il numero elevato di suicidi negli istituti penitenziari italiani, tra cui il mantenimento della possibilità di effettuare videochiamate e telefonate quotidiane, così come avvenuto durante il periodo di emergenza sanitaria, senza tornare alle regole pre-pandemia, al fine di garantire per tutte le persone detenute un effettivo esercizio del diritto all’affettività in carcere; quali iniziative di competenza intenda assumere affinché sia pienamente garantito il diritto alla salute, anche psicologica, delle persone ristrette”.

Ad oggi sono oltre 150 le Associazioni che hanno aderito all’appello - ancora sottoscrivibile inviando mail a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. - e centinaia i singoli cittadini.

Nel testo dell’interrogazione, le associazioni Ristretti Orizzonti, la Conferenza nazionale volontariato giustizia, Sbarre di zucchero insieme ad altre 149 associazioni che si occupano del mondo carcerario raccontano di aver dato avvio ad una campagna volta a consentire ai detenuti ristretti nelle carceri italiane di poter continuare ad avere contatti a distanza tramite video chiamate e telefonate con i propri affetti così come disposto durante il periodo dell’emergenza Covid. Numerose le premesse da fare per la richiesta presentata al ministro della giustizia che riportiamo di seguito.

“Nel 2022 negli istituti penitenziari italiani si sono suicidati 84 detenuti: è il numero più alto dal 1990, l’anno in cui è iniziata la raccolta dei dati; il tema dei suicidi in carcere è ormai una emergenza su cui occorre intervenire immediatamente e l’individuazione di forme di comunicazione che consentano ai detenuti di aumentare le connessioni con l’esterno del carcere può rappresentare un deterrente, come peraltro sostiene anche lo psichiatra Diego De Leo, studioso di suicidologia, il quale, come riporta un articolo del 4 maggio 2023 pubblicato sul sito “ristretti.org”, ha affermato che: “Aumentare le opportunità di comunicazione e le connessioni con il mondo “di fuori” non solo renderebbe più tollerabile la vita all’interno dell’istituto di detenzione, ma sicuramente aiuterebbe nel prevenire almeno alcuni dei troppi suicidi che avvengono ancora nelle carceri italiane”; secondo l’articolo 15 dell’ordinamento penitenziario il trattamento del condannato e dell’internato è svolto anche “agevolando opportuni contatti con il mondo esterno e i rapporti con la famiglia”; come riporta il già citato articolo pubblicato sul sito “ristretti.org”, il 4 maggio 2023, un detenuto ha scritto: “Poter telefonare ogni giorno a casa aveva aiutato la mia famiglia a ritrovarsi. Ora ritornare da una telefonata al giorno a una telefonata a settimana di dieci minuti significa riperdersi. Questo periodo lo ricorderemo con i miei cari per esserci persi di nuovo”; durante l’emergenza Covid è stata adottata una buona soluzione che ha contribuito a mantenere i detenuti più sereni grazie al rafforzamento dei loro affetti, introducendo la possibilità di effettuare videochiamate e telefonate quotidiane così da permettere alle persone detenute di chiamare casa molto più spesso, in alcune carceri anche ogni giorno, e, attraverso le videochiamate rivedere le loro case e le famiglie lontane; le regole pre-pandemia prevedono 10 minuti di telefonata a settimana e 6 ore di colloquio al mese, il che vuol dire, ad esempio, che un genitore detenuto può dedicare al figlio al massimo tre giorni all’anno.

Camera dei deputati - Atti di controllo e di indirizzo

Interrogazioni a risposta scritta: Grimaldi e Dori. - Al Ministro della giustizia.

Per sapere - premesso che: le associazioni Ristretti Orizzonti, la Conferenza nazionale volontariato giustizia, Sbarre di zucchero insieme ad altre 149 associazioni che si occupano del mondo carcerario hanno dato avvio ad una campagna volta a consentire ai detenuti ristretti nelle carceri italiane di poter continuare ad avere contatti a distanza tramite video chiamate e telefonate con i propri affetti così come disposto durante il periodo dell’emergenza Covid;

nel 2022 negli istituti penitenziari italiani si sono suicidati 84 detenuti: è il numero più alto dal 1990, l’anno in cui è iniziata la raccolta dei dati; il tema dei suicidi in carcere è ormai una emergenza su cui occorre intervenire immediatamente e l’individuazione di forme di comunicazione che consentano ai detenuti di aumentare le connessioni con l’esterno del carcere può rappresentare un deterrente, come peraltro sostiene anche lo psichiatra Diego De Leo, studioso di suicidologia, il quale, come riporta un articolo del 4 maggio 2023 pubblicato sul sito “ristretti.org”, ha affermato che: “Aumentare le opportunità di comunicazione e le connessioni con il mondo “di fuori” non solo renderebbe più tollerabile la vita all’interno dell’istituto di detenzione, ma sicuramente aiuterebbe nel prevenire almeno alcuni dei troppi suicidi che avvengono ancora nelle carceri italiane”;

secondo l’articolo 15 dell’ordinamento penitenziario il trattamento del condannato e dell’internato è svolto anche “agevolando opportuni contatti con il mondo esterno e i rapporti con la famiglia”; come riporta il già citato articolo pubblicato sul sito “ristretti.org”, il 4 maggio 2023, un detenuto ha scritto: “Poter telefonare ogni giorno a casa aveva aiutato la mia famiglia a ritrovarsi. Ora ritornare da una telefonata al giorno a una telefonata a settimana di dieci minuti significa riperdersi. Questo periodo lo ricorderemo con i miei cari per esserci persi di nuovo”; durante l’emergenza Covid è stata adottata una buona soluzione che ha contribuito a mantenere i detenuti più sereni grazie al rafforzamento dei loro affetti, introducendo la possibilità di effettuare videochiamate e telefonate quotidiane così da permettere alle persone detenute di chiamare casa molto più spesso, in alcune carceri anche ogni giorno, e, attraverso le videochiamate rivedere le loro case e le famiglie lontane; le regole pre-pandemia prevedono 10 minuti di telefonata a settimana e 6 ore di colloquio al mese, il che vuol dire, ad esempio, che un genitore detenuto può dedicare al figlio al massimo tre giorni all’anno -:

quali iniziative urgenti intenda assumere il Ministro interrogato al fine di contrastare il numero elevato di suicidi negli istituti penitenziari italiani, tra cui il mantenimento della possibilità di effettuare videochiamate e telefonate quotidiane, così come avvenuto durante il periodo di emergenza sanitaria, senza tornare alle regole pre-pandemia, al fine di garantire per tutte le persone detenute un effettivo esercizio del diritto all’affettività in carcere; quali iniziative di competenza intenda assumere affinché sia pienamente garantito il diritto alla salute, anche psicologica, delle persone ristrette.