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di Giovanni Negri

Il Sole 24 Ore, 29 settembre 2023

L’utilizzo delle intercettazioni viene esplicitamente esteso alle indagini per reati, tentati o consumati, legati al traffico illecito di rifiuti, alle fattispecie aggravate dal metodo mafioso, ai sequestri di persona con finalità estorsive e al terrorismo. Vengono però limitate le trascrizioni delle intercettazioni irrilevanti. Il Pm poi dovrà indicare per iscritto quanto ha speso per ogni intercettazione. Via libera della Camera (con 201 voti a favore, 125 contrari e cinque astenuti) alla fiducia al decreto legge che contiene disposizioni urgenti in materia di processo penale, di processo civile, di contrasto agli incendi boschivi, di recupero dalle tossicodipendenze, di salute e di cultura, nonchè in materia di personale della magistratura e della pubblica amministrazione. Si tratta del dl omnibus che contiene anche le norme sulle intercettazioni. Come stabilito in Capigruppo, al voto finale si arriverà questa sera: le dichiarazioni di voto avranno inizio alle 18.30. Una volta approvato, il decreto passerà al Senato dove i tempi per la conversione sono strettissimi

Dalle intercettazioni agli incendiari - Con questo decreto il governo guidato da Giorgia Meloni ha messo mano al terreno sempre delicato delle intercettazioni estendendo il loro utilizzo e creando un archivio centralizzato dove conservarle. Nel provvedimento sono previste anche - per la “recente recrudescenza” di “episodi gravi e allarmanti” - pene più dure per gli incendiari, fondi dall’8 per mille per il recupero dei tossicodipendenti, e misure che eliminano le ultime disposizioni precauzionali di contrasto al Covid, ancora in vigore dal periodo dell’emergenza.

Uso intercettazioni esteso a reati aggravati dal metodo mafioso - In particolare, l’utilizzo delle intercettazioni viene esplicitamente esteso alle indagini per reati, tentati o consumati, legati al traffico illecito di rifiuti, alle fattispecie aggravate dal metodo mafioso, ai sequestri di persona con finalità estorsive e al terrorismo. In questo modo l’esecutivo è corso ai ripari dopo che la sentenza 34895 della Cassazione nel 2022 aveva rischiato “effetti dirompenti su processi in corso per reati gravissimi”, aveva sottolineato la premier Giorgia Meloni. Senza l’interpretazione autentica messa in campo adesso dall’esecutivo si rischiava l’inutilizzabilità delle intercettazioni disposte sulla base della giurisprudenza antecedente il verdetto 34895, la quale consentiva l’utilizzo degli strumenti previsti per la lotta alla criminalità organizzata anche in assenza della contestazione del reato associativo. Ora tutto è stato sanato, nero su bianco.

Trascrizioni limitate e faro sulle spese dei Pm - Nel verbale di trascrizione delle intercettazioni, che solitamente viene redatto dalla polizia giudiziaria, non potranno essere riportate quelle considerate ‘irrilevanti’ ai fini dell’indagine. Inoltre, le intercettazioni cosiddette ‘a strascico’ saranno limitate ai reati più gravi come mafia e terrorismo. Il Pm poi dovrà indicare per iscritto quanto ha speso per ogni intercettazione. (queste norme sono state introdotte grazie a emendamenti presentati da FI e Azione al decreto omnibus).

Archivio centralizzato delle captazioni - Nasce anche una sorta di archivio centralizzato delle captazioni: si tratta di “infrastrutture digitali interdistrettuali” dove verranno custoditi gli ascolti disposti dai singoli pubblici ministeri. Così si è data risposta anche alle criticità, lamentate da molti uffici giudiziari, nella gestione dei dati e dovute alla scarsità degli strumenti tecnologici. L’organizzazione e sorveglianza sull’attività di ascolto resterà nelle mani dei procuratori capo - “fermi il segreto investigativo e le garanzie di riservatezza e sicurezza dei dati” - mentre il Ministero della giustizia assicura l’allestimento e la manutenzione delle infrastrutture, “con esclusione dell’accesso ai dati in chiaro”. Per realizzare l’archivio ci sono 43 milioni di euro per il 2023 e 50 milioni per il biennio 2024-2025. Dalla data di entrata in vigore del decreto, viene autorizzata “la migrazione dei dati dalle singole procure”, tempi e modi saranno definiti con successivo decreto del ministro della Giustizia

Giro di vite sugli incendiari - Aumenta da quattro a sei anni di carcere la pena base minima per chi mette a fuoco boschi o vivai forestali destinati al rimboschimento. Per i roghi dovuti a colpa e non a dolo, la pena minima sale da uno a due anni. Aumento di un terzo della pena e fino alla metà, quando il piromane ha agito per trarne profitto per sè o per altri, o con abuso dei poteri o con negligenza nell’esecuzione di incarichi o servizi nell’ambito della prevenzione e della lotta attiva contro gli incendi boschivi.

Otto per mille al recupero delle tossicodipendenze - Dentro al ‘pacchetto’ anche la destinazione dell’8 per mille al “recupero delle tossicodipendenze e delle altre dipendenze patologiche”. Dal prossimo anno (sui redditi 2023) si potrà indicare la voce specifica, mentre per quest’anno la quota destinata allo Stato senza scelta di una delle 5 attuali tipologie di intervento andrà “prioritariamente” a finanziare “interventi straordinari” contro le tossicodipendenze. Sul versante Covid, cade l’obbligo di isolamento per i positivi e sarà possibile uscire di casa e andare al lavoro con la malattia in corso, nessun obbligo di mascherina Ffp2 al chiuso o in presenza di assembramenti. Via anche l’obbligo quotidiano per Regioni e province autonome di comunicare i dati sui contagi al ministero della salute e all’Iss: una nuova periodicità verrà stabilita da ministero guidato da Orazio Schillaci.