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di Alessandra Ziniti

La Repubblica, 28 giugno 2024

La norma anti-Gandhi, così è stato definito per rendere immediatamente l’immagine di una manifestazione pacifica, è passato. In Commissione, tutti gli emendamenti dell’opposizione al Disegno di legge sicurezza sono stati respinti e il testo della maggioranza approderà in aula così, portando una stretta mai vista al diritto di protestare. Carcere, addirittura fino a due anni, se si è in gruppo e con il proprio corpo si blocca il passaggio di veicoli. Teoricamente persino un gruppo di studenti che fa un sit-in di protesta davanti una scuola fermando il traffico per qualche minuto rischia il carcere. “Siamo davanti a una pericolosa deriva reazionaria da parte del governo - dice il responsabile sicurezza del Pd, Matteo Mauri - Un giro di vite che non trova alcuna motivazione e che potrebbe portare alla reclusione fino a due anni anche di studenti che organizzano un sit-in davanti alla scuola.È chiaro l’intento intimidatorio e la volontà di limitare in maniera drastica la possibilità di protestare, anche in modo assolutamente pacifico: queste dimostrazioni di dissenso e di libero pensiero sono espressioni di libertà, devono essere considerate sacrosante in democrazia e devono essere garantite e tutelate dalle istituzioni dello stato”.

E invece, in commissione Affari costituzionali della Camera il testo della contestatissima norma varata dai ministri Nordio e Piantedosi è passato liscio. Carcere fino a un mese per chi da solo blocca una strada e da sei mesi a due anni se il reato viene commesso da più persone riunite. La legge attualmente prevede solo una multa da mille a quattromila euro, la modifica di fatto istituisce il reato penale di blocco stradale punibile appunto con la reclusione. Protestano compatte le opposizioni: “Il testo di questo provvedimento è stato scritto da qualcuno che aveva un manganello in mano, non una penna - dice il capogruppo di AVS in commissione Giustizia Devis Dori - Una follia che comprime il diritto di manifestare, da oggi la nonviolenza è reato”.

“Con la trasformazione del blocco stradale e ferroviario da illecito amministrativo a reato in caso di protesta di gruppo, il governo mira a colpire il diritto dei cittadini a manifestare contro quello che si ritiene sia un fatto ingiusto, criminalizza il dissenso pacifico e meramente passivo. Lo stesso prevedono per la protesta pacifica in carcere, proprio mentre i suicidi nelle celle si susseguono e il disagio dei detenuti è diventato un’emergenza. Quello che vuole fare questo governo è veramente spaventoso”, aggiunge il deputato M5S Federico Cafiero De Raho, vice presidente della commissione Giustizia, nella discussione degli emendamenti al ddl Sicurezza nelle commissioni riunite Giustizia e Affari Costituzionali.

La deputata M5S Stefania Ascari ha osservato come lei stessa si candidi ad essere prossimamente denunciata, perché da anni partecipa “a manifestazioni delle lavoratrici e dei lavoratori che protestano contro le condizioni disumane del loro impiego, per le retribuzioni da fame, per le ferie negate, per gli orari di lavoro massacranti e per tanti altri diritti di fatto soppressi. Il governo e la maggioranza con questo Ddl vogliono sostanzialmente negare il diritto alla protesta dei lavoratori, sanzionando anche la protesta pacifica e la resistenza passiva non violenta. È gravissimo, una deriva inaccettabile che annulla la nostra democrazia”.