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di Liana Milella

La Repubblica, 21 febbraio 2023

Dopo il caso di ieri alla Camera, Pd, M5S, Avs, Terzo polo ancora contro il sottosegretario alla Giustizia nel pomeriggio a Palazzo Madama per il ddl sull’omicidio nautico: “Ce ne andiamo se ti siedi sui banchi del governo”.

Il tuttora sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro Delle Vedove, cui il Guardasigilli Carlo Nordio ha ribadito la fiducia, oggi potrebbe sfidare di nuovo le opposizioni, coalizzate contro di lui già ieri alla Camera, presentandosi in aula al Senato alle 16 e trenta per seguire i lavori sull’omicidio “nautico” per conto del governo. Dal suo punto di vista sarebbe del tutto scontato, addirittura “normale” visto che ha sempre seguito a palazzo Madama questo cavallo di battaglia di Fratelli d’Italia. Reato parallelo in mare dell’omicidio stradale. Stesse pene, da due a sette anni. Proponente e relatore il senatore meloniano Alberto Balboni. Ma proprio com’è avvenuto a Montecitorio in commissione Giustizia, se davvero Delmastro dovesse anche solo affacciarsi nell’emiciclo dell’aula per sedersi sui banchi del governo, le opposizioni unite abbandonerebbero l’aula. È una secessione annunciata.

E stavolta l’incidente sarebbe ben più grave di quello avvenuto ieri alla Camera, quando il governo, in fretta e furia, è stato costretto a mandare in commissione la sottosegretaria ai Rapporti con il Parlamento Matilde Siracusano perché i capigruppo d’aula dei partiti che stanno all’opposizione - Pd, M5S, Avs, Terzo polo - avevano già annunciato ufficialmente che avrebbero voltato le spalle a Delmastro se si fosse presentato per il governo e avrebbero abbandonato i lavori.

E quanto è avvenuto a Montecitorio ha avuto ieri un’immediata eco, e altrettante conseguenze, a partire dal Senato dove, in commissione Giustizia, sono giunti espliciti altolà da parte di tutta l’opposizione - Pd, M5S, Terzo polo - contro l’eventuale presenza del sottosegretario Delmastro in rappresentanza del governo per seguire l’omicidio nautico. All’insegna di un’unica affermazione: “Se viene lui a rappresentare Carlo Nordio noi ce ne andiamo”. Una notifica ufficiale, che non ammette assolutamente deroghe, scappatoie, o vie altre d’uscita. Un comportamento che potrebbe anche bloccare i lavori della commissione Giustizia presieduta dalla leghista Giulia Buongiorno. E che di certo sta creando imbarazzo tra gli altri due sottosegretari, il vice ministro di Forza Italia Francesco Paolo Sisto e il leghista Andrea Ostellari, peraltro costretti a coprire le assenze forzate di Delmastro, dividendo tra le due commissioni.

Il caso Delmastro-Donzelli ha inasprito al massimo i rapporti con l’opposizione. Che ha concordato una linea dura, collettiva, con evidenze pubbliche. Un’opposizione, molto critica con il ministro Nordio per non aver assunto un atteggiamento fermo nei confronti di Delmastro, almeno sollevandolo dalle deleghe, a cominciare da quella delle carceri che invece l’avvocato meloniano di Biella tuttora continua a detenere. Con la singolare conseguenza di un sottosegretario indagato dalla procura di Roma per rivelazioni dei segreti d’ufficio che, per le incombenze di quello stesso ufficio, continua a essere in contatto proprio con il Dap. E con l’attuale direttore Giovanni Russo che ha svelato al procuratore aggiunto Paolo Ielo e ai due pm che seguono il caso, Rosalia Affinito e Gennaro Varone, come fosse stato proprio Delmastro a chiedere i rapporti del Gom e del Nic su Alfredo Cospito e i suoi tre compagni di cella, salvo passarli subito al suo compagno di stanza Giovanni Donzelli per attaccare il Pd in aula, “reo” di aver visitato l’anarchico Alfredo Cospito.