di Alice Oliverio
Il Manifesto, 27 novembre 2024
Il sottosegretario a Napoli rivendica ancora la frase sui soffocamenti. “Non voglio dare tregua alla mafia”. Poi rilancia: “Contrario a ogni svuota carceri”. “Ribadisco che non voglio dare tregua alla mafia”. Così il sottosegretario Andrea Delmastro torna a commentare la sua uscita sull’intima gioia che gli provoca sapere che i detenuti soffocano sul sedile posteriore dei nuovi mezzi della polizia penitenziaria. Di più, da Napoli, a margine dell’incontro organizzato dall’Unione Sindacati di Polizia Penitenziaria su “Carcere e criminalità 4.0. Sfide e opportunità per la polizia penitenziaria”, Delmastro insiste, aprendo anche squarci sulla sua vita domestica: “Mia moglie, quando mio figlio Giovanni continua a dire che non vuole finire i compiti, che vuole andare a guardare la tv o stare sul tablet, sapete che gli dice? Non ti lascio respirare finché non finisci i compiti. E non ho mai pensato che mia moglie volesse asfissiare mio figlio. Se avesse un senso letterale quella frase, dovremmo desumerne che uno in Italia compra le macchine asfissianti? Allora, dietro quei vetri ci sono i mafiosi al 41bis”.
Segue una spiegazione tecnica sull’incredibile novità che questi nuovi mezzi rappresenterebbero. “Mi sarebbe piaciuto che il discorso fosse stato serio chiedendoci cosa c’era prima? Sapete cosa c’era prima? I furgoni. Qualcuno riesce a entrare con un furgone per il trasporto di 20-30 persone nei Quartieri Spagnoli? Io no. Cosa succedeva prima? Si fermava il furgone e si procedeva con la traduzione del camorrista a piedi nei Quartieri Spagnoli. Crede sia sicurezza questa? Penso proprio di no”.
Dunque non staremmo parlando delle fantasie sadiche di un esponente del governo, ma di “una risposta di sicurezza alla polizia penitenziaria”. Prosegue Delmastro: “Sono fiero di poter dire che con questi strumenti sarà sempre più impossibile aprire a camorra, a ‘ndrangheta, a mafia, faglie che possano usare per evasioni, per aggressioni alla polizia penitenziaria. Ripeto, non vogliamo dare tregua alla criminalità organizzata. Peraltro non è che abbiamo scoperto l’acqua calda: il primo provvedimento del governo Meloni è stato quello di salvaguardare l’ergastolo ostativo dalla scure di incostituzionalità perché è nelle corde e nel cuore del presidente Meloni contrastare la criminalità organizzata se non altro perché, è fatto notorio, più volte detto dal presidente Meloni, che questa è una generazione che ha cominciato a fare politica sull’onda emotiva delle stragi di via Capaci e di via D’Amelio. Siamo fatti così, questa è la nostra pasta”.
Ultimo affondo sul sovraffollamento carcerario. “Sono nato 50 anni fa e c’era già il sovraffollamento e mancavano 10mila posti detentivi - sostiene Delmastro -. Sono arrivato nel mezzo del cammin della mia vita e ci sono ancora il sovraffollamento e mancano 10mila posti detentivi: in mezzo ci sono decine di provvedimenti svuota carceri e mi pare evidente che quella misura abbia fallito”.