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di Liana Milella

La Repubblica, 6 dicembre 2023

Pd, M5S e Avs: “Si dimetta”. Parlando ad Aosta a un’iniziativa di FdI il sottosegretario alla Giustizia definisce “cancerogeni” i gruppi associativi dei magistrati. Le dem Braga e Serracchiani caldeggiano la mozione di censura. Si caccia in un altro guaio, stavolta politicamente assai grave, il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro Delle Vedove. Cita una famosissima frase di Mussolini - “spezzeremo le reni” - parlando del correntismo dei magistrati. Lo fa ad Aosta ad un evento di FdI. Immediata la reazione del Pd che già alla Camera ha più volte insistito sulla mozione di sfiducia presentata dopo gli attacchi del collega di gruppo o e di casa Giovanni Donzelli che ha accusarti il Pd di stare dalla parte della mafia quando è andato a trovare l’anarchico Cospito in carcere a Sassari. Immediata la reazione delle dem Chiara Braga, capogruppo alla Camera, e Debora Serracchiani, responsabile Giustizia, “quelle parole hanno radici ben identificabili, ci aspettiamo che la premier Meloni e il ministro Nordio revochino le deleghe di Delmastro”.

Chiedono che venga calendarizzata subito alla Camera la mozione di sfiducia sollecitata dopo il rinvio a giudizio di Delmastro la settimana scorsa. Ma sono entrambe stupefatte per il linguaggio usato dal sottosegretario: “Le sue parole sono gravissime nei confronti della magistratura. Errare è umano ma perseverare diabolico. Si tratta di parole inaccettabili e incompatibili. Un sottosegretario non può usare le espressioni del dittatore fascista. Qui non si tratta di attendere la sentenza definitiva, il suo è un linguaggio che va ben oltre la libertà d’opinione”.

Anche M5S e Avs chiedono di calendarizzare subito la mozione di censura. Inoltre il Dem Walter Verini vuole che anche il guardasigilli Carlo Nordio si presenti immediatamente in Aula. Delmastro non ha risparmiato la sua verve anti toghe e anti sinistra ad Aosta. Ha definito l’anarchico Alfredo Cospito “un influencer della sinistra”, e poi rivolto al Csm e contro il correntismo dei magistrati ha preso in prestito l’espressione “spezzeremo le reni” alla magistratura.

Subito Serracchiani ha segnalato parole da “nostalgico autoritario”, da “aspirante sovversivo” per cui “l’insulto è l’unica modalità di dialogo nota”. Il Pd non accetta “questa devastazione dei rapporti istituzionali, né di trasformare la riforma della giustizia in un campo di battaglia a colpi di manganello verbale”. Per concludere che “si possono avere idee diverse su molte cose, ma un sottosegretario non può degenerare al punto da citare Mussolini”.