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di Emanuele Lauria

La Repubblica, 22 novembre 2023

Intesa in salita per introdurre in classe lezioni per sensibilizzare alle relazioni. Nel piano Valditara psicologi e influencer in classe. Al Senato l’ok al ddl femminicidi. Voci di contatti Meloni-Schlein. La disperata ricerca di unità, sulla lotta ai femminicidi, vivrà stamattina l’ultimo tentativo: un ordine del giorno unitario — maggioranza e opposizione insieme — sulla soglia minima dell’educazione affettiva nelle scuole. Ma che si arrivi a questo traguardo, al Senato, sono in molti a dubitare. Di certo, il clima che precede l’ultimo miglio del dibattito politico è contraddittorio.

Da un lato, c’è il dichiarato intento comune di dare un segnale al Paese, sull’onda emotiva delle cento donne vittime e dell’omicidio di Giulia Cecchettin. Dall’altro, una bufera attorno al piano di sensibilizzazione negli istituti scolastici che oggi il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara presenterà assieme ai colleghi Roccella e Sangiuliano. Piano gravato dal contributo di un consulente, Alessandro Amadori, che in un libro autoprodotto disserta con tono scientifico sulle “donne cattive” che “agiscono come amazzoni giustiziere che vendicano l’intero genere femminile attraverso una totale svalutazione del maschile”. Parole che, in questo momento, non possono che accendere la protesta del centrosinistra. A fatica, stamattina, Valditara presenterà la risposta del governo alla violenza di genere: lezioni extracurriculari per studenti con il contributo di psicologi, avvocati, assistenti sociali. Il progetto vedrà protagonisti anche influencer, cantanti, personaggi amati dai giovani. E gli allievi, alla fine di questa esperienza, potranno produrre cortometraggi sul tema della violenza contro le donne da mettere a concorso. Un’iniziativa che, al di là del caso Amadori, viene considerata positiva ma non sufficiente dalle opposizioni. Poco più che un pannicello caldo.

Il problema è la risposta normativa da dare sul tema dell’educazione affettiva nelle scuole. Oggi andrà al voto in Senato la legge contro le violenze di genere e domestiche che mira a rafforzare la tutela della vittima accrescendo l’attenzione verso i “reati spia” e inasprendo le misure di protezione preventiva. Il provvedimento fissa tempi stringenti per l’adozione delle misure cautelari, come l’utilizzo più rigoroso del braccialetto elettronico, e dispone l’arresto anche in “flagranza differita” con l’acquisizione di documentazione video-fotografica. Un testo che, proprio in seguito all’assassinio di Giulia, ha subito un’accelerazione: già approvato all’unanimità alla Camera, ieri ha visto lo stesso via libera unitario nella commissione Giustizia di Palazzo Madama. I gruppi parlamentari hanno ritirato tutti gli emendamenti. Ma si profila, per oggi, una battaglia sugli ordini del giorno. Le opposizioni, in particolare, hanno presentato diversi atti da far approvare dall’aula. Mirano all’istituzione di un’educazione all’affettività che, nelle intenzioni del Pd, dovrebbe essere oggetto di corsi nelle scuole di ogni ordine e grado. Vanno oltre i 5Stelle, che in un odg a firma di Alessandra Maiorino chiedono esplicitamente l’introduzione dell’ora di educazione sessuale, che esiste in altri Paesi europei. Ma su questo punto il centrodestra fa muro: c’è il no secco all’educazione sessuale anche nelle scuole superiori. In un campionario di proposte che operano dei distinguo non solo semantici, l’iniziativa di Fratelli d’Italia, portata avanti dal capogruppo Lucio Malan, parla di lezioni di “educazione al rispetto”.

La contrapposizione esiste, malgrado la volontà dichiarata di marciare uniti contro i femminicidi. Anche se i leader dei partiti rappresentati al Senato cercheranno fino all’ultimo di trovare una convergenza su un ordine del giorno comune fra governo e minoranza. A Palazzo Madama si è diffusa con insistenza la voce di un dialogo fra la premier Giorgia Meloni e la segretaria del Pd Elly Schlein, con l’intento proprio di trovare modi e forme di un messaggio condiviso da lanciare dal Senato. Gli staff delle due esponenti dei fronti contrapposti smentiscono però contatti. Un velo di riservatezza copre le ultime trattative prima del voto.