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di Alice D’Este

Corriere di Verona, 30 giugno 2024

Dopo la richiesta di Zaia di inasprire le pene. “L’intervento del Governo contro la devianza e la criminalità minorile ha due obiettivi. Prevenire i fenomeni e reprimere i reati, senza dimenticare l’importanza dell’educazione e del recupero dei minori che li hanno commessi. E senza tralasciare il coinvolgimento dei genitori. Dal punto di vista legislativo il nostro Paese è ora all’avanguardia. Ma il contrasto alle baby gang non si fa solo con le leggi. Servono più famiglia, più comunità, più luoghi d’aggregazione, specie nelle grandi città. Quando suona la campanella e i ragazzi tornano a casa, molto spesso attorno a loro c’è il deserto”.

Interviene così Andrea Ostellari, sottosegretario alla Giustizia, proprio poche ore dopo che il Presidente del Veneto Luca Zaia, citando l’omicidio Tominaga aveva chiesto leggi più restrittive. “Ci sono già” aveva chiarito Ostellari, citando proprio il Decreto Caivano.

Il decreto sul contrasto alla criminalità minorile detto “Caivano” interviene su diversi fronti a partire dall’evasione scolastica per la quale sono previste pene più severe per chi non manda i figli a scuola (reclusione fino a due anni per i genitori per le assenze ingiustificate del minore, preclusione all’accesso all’assegno di inclusione). Aumentano anche le pene per il porto abusivo d’armi e per reati di lieve entità relativi alla produzione, traffico e detenzione illeciti di sostanze stupefacenti. In particolare in tema di spaccio di lieve entità la pena massima passa da quattro a cinque anni.

Veniamo però ai punti “caldi” del Decreto. Quelli espressamente “dedicati” ai minorenni, in particolare ai ragazzi quattordicenni. Il fermo, l’arresto e la custodia cautelare nei confronti di un giovane di quattordici anni possono essere ora disposti anche per reati meno gravi e si introduce la possibilità che il direttore dell’istituto penitenziario chieda al magistrato di sorveglianza il nulla osta al trasferimento dall’istituto minorile al carcere nei confronti del detenuto di età compresa tra 18 e 21 anni che con i suoi comportamenti comprometta la sicurezza negli istituti. Sempre nei confronti dei 14enni (e più) si inaspriscono le pene per alcune misure di prevenzione come il Daspo urbano. Anche in caso di violenza, minaccia o resistenza a un pubblico ufficiale infatti è stato previsto il divieto di accesso in determinati luoghi pubblici (si amplia l’ambito di applicazione della misura del divieto di accesso a tutti i luoghi di spaccio).

L’occhio sui minorenni si fa sentire anche dal punto di vista delle comunicazioni ufficiali, in particolare con l’”avviso orale” e per l’”ammonimento”. Il Questore infatti può convocare per l’avviso orale non più solo maggiorenni ma anche i minorenni a partire dai 14 anni di età. Nell’avviso viene intimato al destinatario di cambiare condotta e mantenere un comportamento conforme alla legge. Lo stesso vale per l’ammonimento che può arrivare anche a minori di età addirittura tra i 12 e i 14 anni.

C’è infine una particolarità. Il decreto Caivano contiene anche una misura pensata per le vittime dei reati telematici. Chi è vittima di reati online, come il “revenge porn” ad esempio, può ora richiedere l’oscuramento delle proprie immagini da internet, salvaguardando così la propria privacy. “Nello specifico, gli strumenti preventivi messi in campo nel decreto funzionano e vengono utilizzati dai questori, da nord a sud. Penso all’ammonimento per i minori di 14 anni, che rappresenta una vera novità per il sistema italiano. Funziona così: il ragazzino che sbaglia viene richiamato con i genitori e questi ultimi, se non collaborano, rischiano sanzioni anche pesanti - dice Ostellari. La giustizia, però, sia chiaro, interviene sempre alla fine, quando il danno è fatto. Per prevenirlo davvero serve un impegno corale delle amministrazioni locali, della scuola, delle associazioni sportive. Il futuro dei giovani è troppo importante perché dipenda solo da un sistema di sanzioni”.