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di Mattia Feltri

La Stampa, 2 febbraio 2023

Io non lo prenderei sottogamba, perché sentite qui che complottone. Allora, il deputato meloniano Giovanni Donzelli va in Parlamento e denuncia una saldatura fra anarchici e mafiosi per abolire il 41 bis, cioè il carcere duro. Svela che l’anarchico Cospito nell’ora d’aria parlava coi boss, che approvano la sua battaglia contro il 41 bis.

Attenzione, ecco il primo congiurato: l’amministrazione penitenziaria, cioè il ministero. Infatti al 41 bis non si sceglie con chi andare all’ora d’aria, ma con chi ti impongono. E a Cospito chi hanno imposto? I mafiosi. Andiamo avanti. Il secondo congiurato è la Corte costituzionale, che non vuole abolire il 41 bis ma, guarda caso, ha spesso chiesto di risistemarlo perché fosse più aderente al senso di umanità, e spesso ce l’ha fatta.

Non è finita. Il terzo congiurato è la Corte europea dei diritti umani, altrettanto perplessa sul 41 bis fino a dichiarare illegittima, per fare un esempio, l’ultima proroga inflitta nientemeno che a Bernardo Provenzano, il capo dei capi. Ecco che la saldatura fra anarchici, mafia, ministero, Consulta e Unione europea si fa inquietante. Aggiungiamo i radicali, qualche ex magistrato come Gherardo Colombo, alcuni sparuti giornalisti e il quadro è completo. Ma manca l’ultimo tassello. Da brividi. I detenuti vanno al 41 bis soprattutto per evitare che comunichino coi loro sodali a piede libero.

E chi ha svelato al mondo le conversazioni fra l’anarchico e i boss, di modo che tutti gli anarchici e tutti i mafiosi ora le conoscono, e possono organizzarsi contro il 41 bis? Proprio lui: Donzelli! Il congiurato che denuncia la congiura! Diabolico.