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di Umberto De Giovannangeli

L’Unità, 24 giugno 2023

Un rapporto di Oxfam rivela che un terzo delle imprese italiane non presta attenzione alle violazioni legate alla propria attività. Quasi un terzo delle aziende in Italia non presta sufficiente attenzione al rischio di violazioni dei diritti umani legate alla propria attività.

Il 70% si dichiara particolarmente attento al tema, pur non avendo piena contezza delle risorse impiegate, dei metodi utilizzati per l’analisi, delle politiche e pratiche adottate lungo la fi liera di produzione. A questo proposito, per esempio, solo il 10% compie valutazioni tramite visite ai propri fornitori. Sono alcuni dei risultati dell’indagine sul tema dei diritti umani nelle imprese italiane, condotta da Oxfam Italia e Collectibus Società benefit tramite un sondaggio a cui hanno aderito 77 aziende di diversi comparti produttivi, campione tra i più rappresentativi delle ricerche finora condotte in Italia sul tema. Il 56% delle aziende partecipanti conta più di 250 dipendenti e il 32% opera nella filiera agroalimentare.

Risultati che arrivano all’indomani del voto del Parlamento europeo a favore di una Direttiva sulla due diligence aziendale in tema di diritti umani, lo scorso 1 giugno. Un passaggio molto importante, anche se con ampi margini di miglioramento, che procede verso la richiesta alle aziende di identificare, prevenire o mitigare gli impatti negativi delle loro attività sui diritti umani e sull’ambiente. I dati sono stati presentati ieri nel corso del webinar promosso da Oxfam e Collectibus, con la partecipazione e il contributo di Luciano Pirovano, Global Sustainable Development Director Bolton Food. Un appuntamento di approfondimento e confronto sul tema al centro dell’indagine, grazie alla partecipazione di molte realtà aziendali.

“La valutazione e la prevenzione di qualsiasi violazione dei diritti umani è un processo assolutamente necessario e non più volontario per vincere la sfida della sostenibilità, ma in Italia c’è ancora molta strada da fare: solo il 12% degli intervistati ad oggi dichiara di aver adottato strumenti e processi di due diligence. -afferma Marta Pieri, Head of Private Sector Partnership di Oxfam Italia - Benché siano temi che possono risultare distanti, come ci dicono questi dati, la due diligence è anche al centro delle negoziazioni europee per la definizione di una nuova Direttiva che renderà le imprese legalmente responsabili dei loro impatti sulle persone e sul pianeta. Con la presentazione di questi risultati, vogliamo avvicinare le aziende agli strumenti disponibili per integrare i diritti umani nella visione strategica d’impresa e rilanciare l’impegno di Oxfam nella promozione di percorsi concreti di collaborazione verso modelli di business responsabili anche verso le persone e le comunità”.

“Le aziende negli ultimi anni hanno interpretato il tema della sostenibilità principalmente dal punto di vista ambientale -aggiunge Danilo Devigili, Partner di Collectibus - I dati raccolti testimoniano che sta maturando una diversa consapevolezza, che oltre al tema ambientale, guarda anche al soddisfacimento di alcuni fondamentali bisogni sociali e di pacifica convivenza tra gli uomini, tra cui il rispetto dei diritti umani. Siamo impegnati quotidianamente per supportare le aziende nell’attuazione di modelli di business che integrino tutti gli aspetti della sostenibilità.” Dall’analisi si evince inoltre che la scelta di occuparsi del tema dei diritti umani è dettata per il 45% dalla necessità di essere coerenti con i valori aziendali e per il 34% dall’adeguamento ad una prassi diffusa nel settore di riferimento.

Restano sullo sfondo i rischi connessi alle attività lungo la filiera di approvvigionamento, soprattutto in paesi a rischio, e funzioni di controllo affidate a soggetti indipendenti. Due elementi percepiti come leve marginali, soprattutto nelle piccole e medie imprese. Tra le principali criticità la ricerca evidenzia come nel 61% delle aziende, la responsabilità e la gestione del tema dei diritti umani sia affidata unicamente all’area risorse umane. Solo nel 2% dei casi è coinvolto il settore acquisti, cruciale per la valutazione dei rischi lungo le filiere e la selezione di partner e fornitori.