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di Cristina Nadotti


La Repubblica, 21 settembre 2019

 

Quattro i punti dell'iniziativa promossa dal linguista Massimo Arcangeli e da Antonello Sannino a cui hanno aderito due sindaci: "Sarebbe stato importante se avesse aderito il governatore Emiliano, ma invece non ha firmato la Carta". Un segnale da una regione dove negli ultimi tempi si sono registrati casi di discriminazione di genere.

Ieri mattina a San Severo, il sindaco del comune foggiano, Francesco Miglio, e la sindaca di Ricadi, in provincia di Vibo Valentia, Giulia Russo, hanno firmato la "Carta Etica" per contrastare ogni forma di discriminazione sessuale. All'iniziativa, promossa dal linguista Massimo Arcangeli, fondatore del movimento Omofobi del mio Stivale, e da Antonello Sannino, vicepresidente del comitato Arcigay Antinoo di Napoli, ha aderito anche Luigi de Magistris, sindaco della città metropolitana di Napoli.

La firma della carta conclude tre giornate di mobilitazione a Sorrento e San Severo, organizzate per dire NO alla discriminazione contro le persone Lgbt+ alle quali hanno partecipato intellettuali, scrittori, addetti ai lavori e migliaia di cittadini italiani e stranieri. Il documento che i sindaci hanno firmato vuole essere uno strumento operativo per rispondere alla discriminazione legata all'identità sessuale, un fenomeno preoccupante a livello nazionale e che ha visto proprio nel foggiano, a Ricadi nel 2017 un episodio grave che ha dato via alla mobilitazione di "Omofobi del mio stivale".

La grave discriminazione di due ragazzi gay che si videro rifiutare l'alloggio prenotato in un b&b fu denunciato dal linguista Massimo Arcangeli, che oggi ha consegnato, insieme ad Antonello Sannino la copia in pergamena del manifesto contro la discriminazione sessuale sottoscritto dal Comune foggiano. Arcangeli e Sannino hanno anche annunciato la nascita di un osservatorio nazionale di monitoraggio sulla diffusione dell'odio verbale omotransfobico, accompagnato dalla pubblicazione di un rapporto annuale da parte dell'editore Aracne.

La Carta etica si rivolge "ai Comuni, agli addetti ai lavori nel campo del turismo e degli esercizi pubblici e a tutte le coscienze disposte a sottoscriverla per dire no a ogni forma di discriminazione di genere e su base sessuale". I suoi 4 punti impegnano al rispetto di tutte le differenze di genere; alla tutela della dignità delle persone qualunque sia il loro orientamento sessuale e la loro identità di genere; al favorire il dialogo in materia di discriminazione sessuale e di genere e a promuovere la Carta e applicarne i contenuti in tutti i luoghi pubblici e privati.

Al professor Arcangeli abbiamo chiesto quale sia l'importanza della Carta al di là del suo valore simbolico. "I simboli sono oggi molto più importanti di una miriade di leggi approvate e mai applicate - osserva il linguista - Le tante persone che hanno risposto al nostro appello firmandola, stanno già producendo i loro effetti a catena.

Diversi giornalisti, addetti ai lavori, personaggi pubblici l'hanno già sottoscritta. La compagnia aerea Easy Jet era insieme a noi nell'evento di Sorrento del 12 settembre, una sorta di anticipazione del Pride di due giorni dopo. La prossima tappa saranno le Marche: faremo un evento a Camerino, lasciata desolatamente sola dopo il terremoto, per cui sarà un'azione anche a sostegno della ricostruzione".

 

La presentazione della vostra iniziativa a San Severo aggiunge significato alla firma dei due sindaci?

"Sì, perché a San Severo, quest'estate, si è riproposto lo "schema" del caso avvenuto nel 2017 a Ricadi, che fece il giro del mondo. La proprietaria di un bed & breakfast si è rifiutata di accogliere una coppia di ragazzi omosessuali perché omosessuali".

 

Cosa è cambiato dalla discriminazione subita dalla coppia a Vibo Valentia, che lei aveva denunciato?

"Per me è cambiato tutto, perché il coraggio di Gennaro Casalino (uno dei due ragazzi discriminati a Ricadi) mi ha dato la forza di lanciare negli anni col mio movimento, "Omofobi del mio Stivale", importanti iniziative contro l'omofobia in ogni luogo d'Italia dove si fossero registrati casi particolarmente gravi di discriminazione sessuale. Questo ci ha consentito di sensibilizzare sul tema tantissime persone, ci ha permesso di aiutare molti giovani a uscire allo scoperto, a non avere paura di manifestare apertamente la loro sessualità. Continua invece a essere sorda in molti casi la politica. Siamo grati ai sindaci che ci hanno seguito, ma ci sono ancora troppi amministratori locali che esprimono il loro sostegno solo a parole o non si esprimono affatto".

 

Perché non vi seguono?

"I casi più emblematici (e imbarazzanti) sono proprio quelli che riguardano la Puglia e la Calabria. Michele Emiliano è fra quelli che dice ma non fa. Quando lo contattai in agosto, per chiedergli di partecipare alla manifestazione di San Severo del 13 settembre scorso, mi scrisse che sarebbe stato felice di esserci.

La sua segreteria inserì l'appuntamento in agenda, ma poi lui non è venuto né ha più risposto ai miei messaggi e sarebbe stato un gesto significativo se avesse firmato la Carta. Intanto il disegno di legge per contrastare l'omofobia (approvato dalla Giunta regionale nel novembre del 2017) non è ancora stato sottoposto all'approvazione dell'assemblea legislativa pugliese.

Mario Oliverio nel 2017, quando lo invitammo a Ricadi, non venne, e ancora oggi tace. La proposta di legge regionale contro la discriminazione sessuale, promossa e portata avanti da Alessia Bausone (anche lei parte attiva del nostro movimento), è stata approvata all'unanimità dalla Commissione cultura del Consiglio regionale nel gennaio scorso, superando anche il vaglio della Commissione finanze, ma la regione Calabria non la approva ancora".