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di Giovanna Casadio

La Repubblica, 27 giugno 2023

Il segretario di +Europa: “Nel mondo, dagli Usa alla Germania comincia una fase di antiproibizionismo. La destra italiana va in direzione opposta”. “A noi antiproibizionisti nessuno mette il bavaglio. Se l’interesse dello Stato è tutelare la salute dei cittadini e combattere efficacemente il traffico illegale, la via non è quella che vuole la destra che fa show e politiche sbagliate”. Riccardo Magi, segretario di +Europa, è reduce dallo scontro con Giorgia Meloni sulle droghe.

Magi, si è presentato al convegno nell’auletta della Camera, mentre la premier Meloni parlava di lotta alla droga, con il cartello antiproibizionista “Cannabis, se non ci pensa lo Stato, ci pensa la mafia”. È scoppiata la bagarre...

“Io ho assistito a due ore di kermesse governativa all’insegna dell’ipocrisia, delle fake news e dei sentimenti mielosi. Un appuntamento pop con tanti personaggi da Max Giusti al ct Roberto Mancini, e alla fine con gli interventi del sottosegretario Alfredo Mantovano, portabandiera del proibizionismo, e della premier Meloni. Davanti a un problema così serio, che va affrontato per quello che è, e cioè una grande questione sociale, contano i dati di realtà”.

Quali sono i dati di realtà?

“Il proibizionismo ha fallito. Ha riempito le carceri di detenuti per violazione della legge sulle droghe (sono il 34%, il doppio della media europea), ma i consumi continuano ad aumentare. Il mio cartello denunciava questo: se lo Stato insiste sui binari proibizionisti, addirittura volendo inasprire le pene, nei fatti è un alleato delle mafie”.

Meloni l’ha accusata di volerla intimidire e ha ribadito che non si fa intimidire da nessuno...

“lo sono un non violento e il mio obiettivo non è certo quello di intimidire qualcuno”.

Però alla denuncia della premier sulle cattive politiche e pratiche antiproibizioniste, invitandola inoltre a guardare i risultati su ragazzi, lei cosa risponde?

“Che è gravissimo l’uso della sofferenza e delle storie dei ragazzi. Quando, senza nessuna vergogna, si ripete che la cannabis è il primo passo verso l’uso di droghe pesanti, non si guardano neppure i numeri. Sono 6 milioni i consumatori di cannabis: quante nuove dipendenze da droghe pesanti dovremmo avere ogni anno, se quell’affermazione fosse vera? E’ come dire che coloro che hanno problemi di alcolismo, hanno iniziato con un bicchiere di vino, e allora si proibisca il vino”.

Non è più stagione di antiproibizionismo?

“Al contrario. In tutto il mondo, dagli Stati Uniti, al Canada alla Germania stessa, sta cominciando una fase storica di anti proibizionismo. In Germania il governo sta preparando una riforma per la legalizzazione della cannabis. È la destra italiana ad andare in direzione opposta”.

Darete battaglia in Parlamento e nel Paese?

“È necessaria prima di tutto una operazione verità: serve raccontare all’opinione pubblica quanta retorica e propaganda c’è nell’azione del governo. Pensiamo poi a referendum abrogativi di una parte delle norme sulle droghe e a leggi di iniziativa popolare. Per i referendum ci sono state difficoltà tecnico-giuridiche già due anni fa, che hanno visto la bocciatura dei quesiti da parte della Consulta. Inoltre alle Camere ci sono la legge che legalizza il commercio di cannabis e quella che depenalizza la coltivazione domestica di 4 piantine che si è fermata in aula nella passata legislatura per la caduta del governo Draghi”.