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La Repubblica, 12 maggio 2022

L’incredibile vicenda è successa nel Paese centroamericano, che ha una delle leggi più restrittive al mondo in tema di interruzione di gravidanza. Aveva avuto un aborto spontaneo nel 2019, lunedì è stata condannata a 30 anni di carcere. È successo in El Salvador, uno dei Paesi con la legislazione più restrittiva al mondo sull’interruzione di gravidanza poiché prevede pene anche in caso nel caso in cui avvenga per cause naturali. Esme - il nome con cui è stata identificata la donna - aveva avuto un aborto spontaneo nel mezzo di un’emergenza ostetrica. Dopo l’accaduto, era stata tenuta in custodia cautelare per due anni.

Rilasciata a ottobre 2021, lunedì è arrivata la sentenza. “La sentenza è un duro colpo sulla strada per superare la criminalizzazione delle emergenze ostetriche che, come ha già sottolineato la Corte interamericana dei diritti umani, devono essere trattate come problemi di salute pubblica”, ha affermato Morena Herrera, presidente dell’organizzazione Gruppo Cittadino per la Depenalizzazione dell’aborto. La lotta contro l’aborto in El Salvador ha subito una grande sconfitta l’anno scorso quando l’Assemble Legislativa, controllata dal nuovo governo di Nayib Bukele, ha respinto una proposta di riforma del codice penale per depenalizzare l’aborto presentata dalle associazioni femministe nel 2016.

La battaglia legale continua - Da parte sua l’avvocato di Esme, Karla Vaquerano, ha dichiarato che “il giudice ha agito con parzialità, accogliendo la versione della Procura generale, che era carica di imprecisioni e stereotipi di genere, per cui “presenteremo senz’altro un appello”.

In una sua dichiarazione, Esme ha assicurato che continuerà a combattere “per mia figlia e per la mia famiglia”, ringraziando chi ha sostenuto la “mia battaglia contro l’ingiustizia” Le statistiche indicano che ad oggi in El Salvador 64 donne sono state rilasciate dopo essere state mandate in carcere per aver affrontato emergenze sanitarie durante la gravidanza, Questo grazie alla lotta di una ong che anni fa ha lanciato una campagna denominata ‘Libertà per le 17’ donne che ancora sono in carcere dopo “sentenze inique” passate in giudicato.

Cos’è successo a Esme? Secondo la ricostruzione fatta dai suoi avvocati la giovane si trovava da sola in casa, in una zona rurale, quando ha avuto un aborto spontaneo nel 2019. Il neonato è morto durante il parto e lei è stata trasportata al pronto soccorso con un’emorragia. Immediatamente denunciata alla polizia, è stata arrestata e di conseguenza separata dalla figlia che allora aveva 7 anni.