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di Giovanna Vitale

La Repubblica, 7 gennaio 2024

Proposta di Mollicone, presidente della commissione Cultura: “Basta fake news contro di noi”. E lancia la riforma dell’editoria: “Difendere attendibilità delle fonti e veridicità delle informazioni”. Una riforma dell’editoria che certifichi la veridicità delle notizie. Dopo l’emendamento-bavaglio che impedisce di pubblicare gli atti delle inchieste e la stretta sulle intercettazioni, è l’ultima iniziativa di Fratelli d’Italia per provare - d’intesa col governo - a controllare l’informazione.

Sono stufi, i parlamentari meloniani. Stufi di essere dipinti su quotidiani e talk come “scappati di casa”, gente non all’altezza della sua leader che sul caso Pozzolo li ha bacchettati, ma anche “difesi”, rivendica Federico Mollicone, presidente della commissione Cultura ed Editoria. “La classe dirigente che tutti denigrano”, tuona lo storico militante di Colle Oppio, “è quella che ha fondato il partito e in dieci anni l’ha portato, grazie soprattutto a Giorgia Meloni, a essere la prima forza del Paese. Bisogna piantarla con questa mistificazione”. Frutto, secondo il deputato, della “deriva sensazionalistica imboccata dalla stampa”. Che impone robusti correttivi: “Non è possibile che solo per fare clickbaiting, ossia per monetizzare i contatti sui siti, si costruisca un titolo-gancio e si finisca per criminalizzare, se non ridicolizzare, le libere opinioni. Così se la collega Lavinia Mennuni sostiene che la maternità deve tornare a essere cool fra le giovani donne diventa un mostro e se io spiego che i programmi dedicati ai minori devono essere visionati prima, mi si fa passare per censore. Per non dire del vizio di estrapolare qualche parola dal contesto - com’è successo al ministro Francesco Lollobrigida sulla sostituzione etnica - per menare scandalo”.

Una tendenza “che fa male innanzitutto al giornalismo”, insiste Mollicone. Tant’è che “ora ci occuperemo anche di questo”, promette. Anzi lui, da presidente della commissione Cultura, ha già iniziato. “È in corso la discussione sul Tusmar per la regolamentazione dei media, nel quale affronteremo la grande questione delle piattaforme digitali. Il fatto è che la stampa è in crisi e per incrementare l’audience fa spesso wild social, social selvaggio, per cui sui portali dei maggiori quotidiani che dovrebbero essere fonti autorevoli si trovano contenuti spesso farlocchi quando non smaccatamente pubblicitari”. E quindi? “Quindi bisogna tutelare la credibilità delle fonti, un tema che dovrebbe interessare anche gli editori”. Come? “Occorre lavorare a una certificazione digitale delle notizie per combattere le fake news. Serve una seria riforma dell’editoria, che è quella su cui ci stiamo applicando”, insiste Mollicone, “per difendere l’attendibilità delle fonti e la veridicità delle informazioni”.

Lui ne ha già parlato con il presidente dell’Ordine dei giornalisti e presto incontrerà Fnsi e Fieg.

E qui si ritorna all’irritazione che ha scatenato la controffensiva: “Noi di Fratelli d’Italia veniamo vituperati in televisione e sui giornali senza capire che la nostra forza deriva dal riconoscersi in una Comunità secondo la definizione data dal sociologo tedesco Ferdinand Tönnies: “Un gruppo umano vivente in comune, avente le medesime origini e la medesima aspirazione fondamentale”. È questo lo spirito che ci anima da quando siamo ragazzi”, conclude l’onorevole meloniano. “Quando se ne renderanno conto gli autorevoli commentatori che in presenza di leadership debolissime nel Pd e nel M5S hanno deciso di impugnare la bacchetta dell’opposizione, dalla Gruber in giù, forse capiranno anche il fenomeno FdI. La ragione per la quale siamo cresciuti così tanto e non ci fermeremo”.