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di Virginia Piccolillo

Corriere della Sera, 20 novembre 2023

Il Guardasigilli: nuove norme? Utili, non risolutive. Serve un intervento organico, vedo anche emulazione. Bisogna informare gli uomini dei reati e dei rischi che si corrono. “Da magistrato, di violenze e femminicidi ne ho visti tanti. Ma mai come quello di Giulia Cecchettin”.

Ministro Carlo Nordio, perché?

“Il tempo trascorso mi induceva a pensare a una conclusione tragica, l’alternativa doveva essere una fuga d’amore e non mi sembrava ci fossero premesse così ottimistiche”.

Allora, perché?

“Non ho gli atti, ma leggo che non c’erano stati accessi di gelosia o violenze. Quella sera sembrava fossero andati a mangiare insieme da amici. E poi è scattata la molla di una violenza “inconcepibile”, come l’ha ben definita Meloni”.

Mercoledì sarà varata una nuova legge. È risolutiva?

“Le leggi sono tutte utili, nessuna risolutiva. Misure sono state adottate dai governi precedenti e anche dal nostro. Sulla repressione noi abbiamo dato il segnale che lo Stato c’è. Ma la soluzione transita da una forma di rieducazione su questo tema”.

Occorre rendere obbligatoria la formazione di magistrati e polizia giudiziaria?

“Io ho trovato grande competenza. Più che formare gli agenti occorre formare le persone. Il mio ministero su questo prepara un’iniziativa”.

Ovvero?

“Come nella mafia esistono i reati spia, così nei femminicidi ci sono gli atteggiamenti spia: sintomi di un possibile aggravamento di violenza. Prepariamo un opuscolo, con una grafica molto comprensibile, da diffondere in scuole, social, posti di lavoro”.

Per spiegare cosa?

“Ciò che ieri poteva sembrare galanteria, insistenza, messaggi social può essere invece la spia di una futura violenza. E occorre informare anche i maschietti dei reati prefigurati e dei rischi che si corrono con certi comportamenti perché l’addensamento di questi reati mi fa pensare anche a una sorta di emulazione”.

In Spagna dopo il varo di una legge organica i femminicidi diminuiscono. Serve anche qui?

“Più che una legge organica serve un intervento organico. E una radicale rieducazione soprattutto di giovani e adolescenti, per renderli consapevoli dei loro doveri in particolare verso le coetanee”.

C’è una cultura malata frutto del patriarcato.

“Partiamo da lontano. È comune all’Occidente. Credo che l’aggressività di molti uomini derivi dalla sedimentazione millenaria del dominio maschile sulla donna, iniziato ai primordi della civiltà quando l’unico criterio di supremazia era la forza muscolare. Da lì la subalternità femminile nell’ambito militare, politico, culturale e sessuale. Solo negli ultimi decenni abbiamo preso atto della pari dignità di genere. Ma se la razionalità accetta questa situazione, il nostro codice genetico è difficile da rimodulare. Poiché le sue radici sono profonde, è su queste che dobbiamo incidere. Ecco perché occorre educare e informare, ascoltare i giovani ma anche dare risposte adeguate”.

Elly Schlein propone una legge per l’educazione al rispetto e all’affettività nelle scuole. Siete d’accordo?

“Una nuova legge si può anche fare, e ben venga se serve almeno in questo settore a trovare un accordo con l’opposizione. Ma le leggi sfrondano i rami, solo l’educazione sradica i pregiudizi. E su quello bisogna agire”.

Come?

“Occorre insistere sui doveri piuttosto che sui diritti. E agire anche sui genitori”.

In che modo?

“Oggi ai ragazzi si concede molto. Nelle scuole, dove ogni giudizio negativo è visto come un’aggressione alla loro individualità. E nelle famiglie, dove si assecondano anche le loro inclinazioni più eccentriche. Questo non significa affatto rimpiangere il buon tempo antico, come da sempre fanno gli anziani”.

Allora cosa?

“La mia generazione ha vissuto il ‘68, e quella rivoluzione è stata la più incisiva dopo quella francese. Oggi però non assistiamo a un impegno sovversivo contro il conservatorismo, ma piuttosto a una sciatteria etica, molto peggio di una protesta ideologica”.

Sciatteria etica?

“È un po’ come l’eresia rispetto all’indifferenza religiosa: la prima esprime un progetto alternativo, la seconda è un nichilismo autofagico e dissolutore. Se le famiglie prima e la scuola poi non insegnano il rispetto della dignità e libertà altrui, il ragazzo si sente in diritto di fare ciò che vuole”.

Filippo Turetta sarà davvero estradato in tempi brevi?

“Trattandosi di delitto commesso in Italia da un italiano, a danno di una italiana, dovrebbe esser questione di pochi giorni”.

Non suscitano scandalo le scarcerazioni anticipate di assassini delle donne, come quello di Erika Preti, ora ai domiciliari perché obeso?

“Le leggi esistono, e sono adeguatamente severe. Ora sta alla magistratura applicarle. Ho sempre spiegato che la mia visione del garantismo significa principio di presunzione di innocenza prima della sentenza, e di applicazione certa e immediata della pena dopo l’eventuale condanna”.